Trasos «Living My Death» (2011)

Trasos «Living My Death» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1341

 

Band:
Trasos
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Titolo:
Living My Death

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Fabio: Bass And Vocals
Fudo: Drums, Vocals And Guitars
Giulio: Guitars
Mirko: Guitars
Raffaele: Keyboards

 

Genere:

 

Durata:
35' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Con una storia piuttosto travagliata (tipica di molte band italiane) a partire dal 2003, tornano i Trasos... che però sono già nuovamente sciolti, stando alle notizie riportate sulla home del sito dove è appunto reperibile gratuitamente l'intero album, come regalo ai fan. Un lavoro questo che, ad orecchio, sembrerebbe essere composto da registrazioni fatte in periodi diversi e con mezzi diversi, dando luogo a delle differenze piuttosto marcate, seppur sempre all'interno di sonorità death metal melodiche, talvolta quasi gotiche, guidate prevalentemente da chitarra e testiere.
I brani in apertura “Slavery” e “Lies” sono i più ricercati, e quelli che ci offrono la miglior performance del gruppo; intricate parti di chitarre altisonanti, sovrastate da linee di tastiera arzigogolate ed evocative, si stagliano su una sezione ritmica massiccia frequentemente basata sul mid tempo, rincorrendo le sonorità di certi gruppi europei dei primi anni 90, penalizzate però da una resa sonora talvolta molto caotica e da un esecuzione non sempre precisissima.
Le altre tracce si avvalgono di una drum machine programmata in maniera minimale e mixata rozzamente, tale da coprire ogni altro suono in ogni qual volta parte la doppia cassa; si tratta di pezzi molto più basilari, soprattutto per quanto riguarda la tastiera, ed è un peccato perché nel mezzo si trovano svariati momenti particolarmente interessanti, come le enfatiche aperture di “Illusion”, sempre molto vecchio stile, ma ben pensate ed ispirate.
Dispiace che un progetto così non abbia potuto avere una produzione adeguata, anche solo appena più definito, perché le composizioni sono spesso avvincenti, quantomeno coinvolgenti, forse proprio in virtù di quel sentimento che le lega a death melodico di molti anni fa, quando il metal era molto più genuino.

Track by Track
  1. Slavery 65
  2. Lies 75
  3. Suffering 70
  4. Undead 60
  5. Nightmares 65
  6. Illusion 70
  7. Alone 60
  8. The Train Of The Damned 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 50
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
65

 

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