Wonderland «Follow Me» (2006)

Wonderland «Follow Me» | MetalWave.it Recensioni Autore:
AtoragoN »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
2108

 

Band:
Wonderland
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Titolo:
Follow Me

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Frank Andiver - drums and synths
Alexx Hall - vocals
Andrea "Tower" Torricini - bass
Vic Mazzoni - guitars

 

Genere:

 

Durata:
56'

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Wonderland hanno sempre occupato un posto particolare nel calderone del power dalle influenze progressive tipicamente italiano, il cosiddetto italo metal: sono composti da personaggi di prim'ordine del metal italiano, il batterista-produttore Frank Andiver, ex Labyrinth, ed il bassista Andrew Torricini (Vision Divine), oltre ad altri ragazzi preparatissimi, eppure sono tra le poche band nate nel posto giusto al momento giusto a non essere mai riuscite veramente a sfondare, a differenza dei cugini sopracitati o degli stessi Rhapsody. La bio afferma che gli “Wonderland sono l'unica band al mondo che ha avuto il coraggio di unire le melodie del pop, le influenze della trance elettronica, la potenza del power metal italiano e del prog americano”, e viene chiamato in causa anche il gothic ambient (?). Leggendo questa definizione ci si aspetterebbe qualcosa di molto strano e particolare, in realtà le melodie e la voce pop (a volte anche molto effettata e altre ancora con l'autotune “effetto Cher”) ci sono, cosiccome i tappeti di synth sempre molto solari e maggiori, di matrice dance, tutto condito da una base power sempre quadrata e compatta, ma di gothic ambient e prog non se ne sente l'ombra. Ci troviamo di fronte dunque a un canonico power all'italiana, molto solare e con linee vocali pop, cantate in maniera molto dolce e mai aggressiva (la prestazione del cantante in ogni caso per quello che fa è assolutamente impeccabile, a livello di timbrica e di scelta delle tonalità: trova sempre quelle giuste e non sembra sforzare mai), e questo è qualcosa che fa perdere gran parte della potenza del disco rendendo innocui anche i serrati tappeti di doppia cassa. Dal profilo tecnico siamo a livelli alti, ci troviamo ovviamente al cospetto di un prodotto professionalissimo, non a caso sono al secondo album sotto una label, la prestazione di tutti i membri è eccellente, grandi assoli, un basso eccellente, una batteria (apparentemente molto triggerata) che non sbaglia un colpo, una voce melodiosa e così via, tutto condito da una produzione molto buona, come da copione. Dal punto di vista dei pezzi purtroppo emerge la ragione per cui gli Wonderland non sono riusciti a tenere il passo delle altre band, e cioè i pezzi sono di una scontatezza disarmante, tutto dalla prima all'ultima nota sa di già sentito, e di stucchevolmente pop, che per quanto la cosa sia voluta, si rivela a mio parere un'arma a doppio taglio. I pezzi cercano a tutti i costi catchy ma mancano le melodie geniali o i pezzi veramente azzeccati che hanno fatto spiccare il volo alle altre band, ed il tutto si risolve nell'uso di sempre gli stessi riff, le stesse progressioni, con la costante impressione che i ragazzi facciano di tutto per scrivere pezzi che piacciano a tutti i costi e a tutti gli ascoltatori, anche non metallari, ma il risultato è purtroppo deludente in quanto non c'è un solo pezzo che colpisca l'attenzione o rimanga particolarmente in mente. Tra i 10 pezzi segnaliamo quelli che ci hanno convinto di più: “No Resurrection”, che nella sua semplicità risulta la canzone più riuscita ed efficace, perchè veloce e dotata di melodie particolarmente azzeccate, “The Promise”, per le stesse ragioni della precedente, la conclusiva “Hell and Heaven”, solo voce e tastiere, intressante nella sua elettronicità, ed infine “Call my Name”, uno dei pezzi migliori per qualità delle melodie e degli arrangiamenti, e paradossalmente è uno dei più pop e radio friendly. Il disco in conclusione è poco ispirato, purtroppo, e la band dà l'impressione di essere più che artisti, degli “artigiani”, in grado di elaborare con grande maestria e professinalità idee che comunque sono di qualcun'altro. Da segnalare anche la presenza nel cd del video del singolo, “Eternally”, peraltro molto ben fatto. Gli auguro in ogni caso di trovare il loro spazio, specialmente in palchi come il Giappone dove l'audience sembra non stancarsi mai di queste sonorità.

Track by Track
  1. Last Time my Memory 50
  2. Call of the Dawn 60
  3. Call my Name 65
  4. Eternally 50
  5. Rise Your Wings 50
  6. Winter Silence 60
  7. No Resurrection 70
  8. Follow Me 60
  9. The Promise 68
  10. Hell and Heaven 63
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 40
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
62

 

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