Nahemah «The Second Philosophy» (2007)

Nahemah «The Second Philosophy» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Meanstreet »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1473

 

Band:
Nahemah
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Titolo:
The Second Philosophy

 

Nazione:
Spagna

 

Formazione:
Pablo Egido - Vocals
Paco Porcel - Bass
Miguel Palazón - Guitars
Roberto Marco - Guitars
José Diego - Drums

 

Genere:

 

Durata:
60' 45"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2007

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Terzo lavoro in studio per gli Iberici Nahemah,un quintetto che si colloca come genere tra gli Opeth e i Dark Tranquillity (almeno questa è la loro personale definizione). Il Cd è composto da 10 tracce piuttosto omogenee, ben suonate anche se non sempre spiccano di originalità e di verve. Un esempio chiaro è l’opener “Siamese” che oltre ad essere una song di “spessore”, è ben arrangiata, ma i giri armonici hanno un effetto deja-vu davvero irritante. La successiva “Killing My Architect” ha davvero un bel refrain, che squarcia le sonorità cupe della strofa, sfociando in sonorità vicine ai ToDieFor. La terza traccia (“Nothing”) a mio modesto parere, è impalpabile, troppe sperimentazioni, poco diretta e dispersiva (dura ben 6 min e mezzo). Risaliamo la china con la successiva”Like a Butterfly In a Storm”: riff iniziale di grande impatto emotivo, un chiaro riferimento ai Pearl Jam, strofa inziale con parti vocali graffiate alternate con parti pulite; insomma la miglior canzone dell’intero lotto. “Change” tiene alto il livello qualitativo del Cd, mostrando tutte le doti in composizione del quintetto iberico: refrain molto accattivanti, strofe granitiche ed intermezzi ben arrangiati in modo da creare sempre un ottimo climax. Ottima prova del batterista nella successiva “Labyrinthine Straight Ways”, dove sale in cattedra dimostrando di non essere il classico batterista “pestone” e senza dinamica, ma con la sua fantasia da linfa vitale ad un arrangiamento non proprio ortodosso. “Subterranean Airports” riporta il gruppo ad atmosfere più delicate ed intimiste, molto belle le linee vocali che si fondono bene con una tastiera sempre presente ma mai invadente. Delle successive “Phoenix”, “Today Sunshine Ain't The Same” potevamo anche farne a meno: la noia ricopre queste due tracce che abbassano il livello medio del lavoro: forse sono state inserite per “riempire” il Cd. La conclusiva “The Speech” fa ben sperare: atmosfere cupe già ritrovate in alcuni pezzi precedenti, la voce ci culla in malinconiche melodie ed una chitarra con delay ci riporta alla memoria “The Edge” chitarrista degli U2. In conclusione il lavoro di produzione è molto buono, l’artwork è in tema con le atmosfere ritrovate nel Cd: un album pieno di alti e bassi, tutto ciò è dovuto soprattutto da alcune tracce che non rendono giustizia ad alcuni capolavori come “Like a Butterfly In a Storm” e “Subterranean Airports”, singoli di indubbio valore.

Track by Track
  1. Siamese 84
  2. Killing my Architect 86
  3. Nothing 68
  4. Like a Butterfly in a Storm 95
  5. Change 60
  6. Labyrinthine Straight Ways 86
  7. Subterranean Airports 96
  8. Phoenix 65
  9. Today Sunshine Ain't the Same 66
  10. The Speech 95
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 92
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
81

 

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