Martyr «Planet Metalhead» (2022)

Martyr «Planet Metalhead» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
23.12.2022

 

Visualizzazioni:
448

 

Band:
Martyr
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Titolo:
Planet Metalhead

 

Nazione:
Olanda

 

Formazione:
Rop van Haren :: Vocals
Rick Bouwman :: Guitars
Geoffrey Maas :: Guitars
Vinnie Wassink :: Bass
Rick Valcon :: Drums

 

Genere:
Heavy / Power / Speed Metal

 

Durata:
50' 40"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
24.02.2022

 

Etichetta:
PT78 Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Wayland Management
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Recensione

Quinto album per i veterani classic metallers Neerlandesi da Utrecht, che con questo “Planet Metalhead” ci donano quasi 51 minuti di un heavy metal a volte che si appoggia allo speed, e più raramente che si appoggia al power, per un risultato tanto nostalgico e non molto originale quanto comunque bello e godibile, un po’ come la sua copertina.
Basta sentire l’opener per capire che quest’album sarà come appena descritto, con un metal anthem molto in stile Judas Priest e Primal Fear, e qua e là nel disco i richiami alle opere di qualcun altro sono evidenti, come la cavalcata stile Iron Maiden in “Children of the night” o la chiaramente Megadeth-inspired “Fire of rebellions”. Questo è tutto vero, ma la mancanza di originalità comunque non sopperisce al fatto che i Martyr comunque suonano bene e con gusto, visto che la vivacità di “Children of the night” è comunque irresistibile, e se la freschezza compositiva della opener ti colpisce, è nei momenti più veloci che i Martyr danno il meglio, come nella grande accoppiata “Metal overdrive” chiaramente da pogata e che va molto bene a metà brano, mentre in “La diabla!” i nostri prendono le influenze degli Agent Steel e le massimizzano, fino ad arrivare alla più ispirata e meglio riuscita “Diary of a sinner”, che secondo me è l’highlight del disco. Semmai, sono le impostazioni vocali dei tempi lenti che non mi fanno impazzire, con un falsetto nel brano conclusivo che per me risulta troppo invadente, nonché un’ispirazione di songwriting che va calando, come se questo stile compositivo ce l’avessero dovuto mettere a forza nel disco.
In conclusione, come detto “Planet Metalhead” è un album per nostalgici del metal classico. È un disco forse non fatto dalla band più originale del mondo, ma è un disco che comunque ti coinvolge e che si lascia ben apprezzare. Per i defenders, e forse anche qualche thrasher old school.

Track by Track
  1. Raise your horns, unite! 70
  2. Demon Hammer 70
  3. Children of the night 75
  4. Fire of rebellions 70
  5. No time for goodbyes 70
  6. Metal overdrive 75
  7. La diabla! 75
  8. Diary of a sinner 75
  9. Church of steel 70
  10. Wings in a darkened soul 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
72

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 23.12.2022. Articolo letto 448 volte.

 

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