Doomenicus «Suffering of Souls» (2001)

Doomenicus «Suffering Of Souls» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Alcio »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2829

 

Band:
Doomenicus
[MetalWave] Invia una email a Doomenicus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Doomenicus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Doomenicus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Doomenicus

 

Titolo:
Suffering of Souls

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Doomenicus (Vocals - programming)
Baron Frankenheimer (Guitars)

 

Genere:

 

Durata:
28' 21"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2001

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Se proprio devo essere onesto, il nome di questo progetto all'inizio mi aveva fatto un pò sorridere, perché mi ricordava il gioco di parole in latino maccheronico usato dai gloriosi Candlemass in occasione del loro debut "Epicus, Doomicus, Metallicus".
L'ascolto del CD mi ha fatto invece ricredere sulla prima impressione ricevuta (quindi proverbialmente sbagliata) e mi ha permesso di apprezzare la bontà di questo progetto!
Doomenicus è la figura intorno cui ruota l'intero concept filosofico-musicale, coadiuvata dall'attivissimo chitarrista/produttore Baron Frankenheimer.
Il demo-cd in questione è un 3-tracks datato 2001, cui ha fatto seguito un ulteriore lavoro in studio a titolo "Sacred", datato 2003.
La musica prodotta è un interessantissimo doom-metal caratterizzato da pesantezza pachidermica, rallentamenti abrasivi e di interessantissime melodie malinconiche e stranianti, che possono essere ricondotte alle sonorità dei maestri del genere, a partire dai Black Sabbath, passando per i già citati Candlemass e (a parere mio) i Saint Vitus.
Quello che mi ha colpito nel lavoro è la tonalità delle vocals, molto vicine all'impostazione usata nel dark/goth/wave inglese dei primissimi anni 80, tanto da fare affiorare alla mia mente quella splendida realtà che furono i Sister of Mercy.
Interessantissimi i testi: molto tristi ma a modo loro ben speranti, viste anche le forti convinzioni religiose del singer Domenico, che definisce le proprie liriche come delle preghiere.
Ma passiamo subito a parlare dei singoli brani, che (vi anticipo) presentano tutti una discreta lunghezza media, una buona produzione e una bella compattezza globale.

Una breve intro tastieristica introduce "Light a Candle...", interrotta da un riffing rallentato e malato, su cui il buon Doomenicus salmodia la solitudine di una persona dimenticata da tutti, che chiede solamente che qualcuno preghi per la sua anima affinché sia salvato. Un bellissimo arpeggio introduce la seconda parte della song, che sfocia in un refrain dal sapore dark/goth che vi rimarrà in mente per un bel pò!
Altra atmosfera da film horror introduce "My last Hours", che prende per mano fino ad un bell'intreccio di chitarre che segue la melodia vocale, ma su tonalità mediamente più alte. Nell'arrangiamento della parte centrale sopra un tappeto ritmico di chitarra pachidermica, trova spazio un arpeggio di chitarra semplicissimo ma molto efficace, che ricorda ancora certa musica dark ottantiana, e che introduce una "accelerazione" in stile Cathedral, che poi stempera nuovamente nell'intreccio chitarristico di cui vi parlavo. Un altro bel brano.
Un riff rallentatissimo e "gonfio" apre la seguente (ed ultima) traccia del lavoro: "Prayer is the...". L'inizio della song è davvero magniloquente, con il pianoforte che disegna scenari funerei e tristissimi, su cui si erge la voce molto profonda del buon Domenico. La song arriva quindi ad una leggera velocizzazione, sorretta anche da una bella melodia dalle sonorità di un organo da chiesa. Il pezzo si anima nel finale con un bellissimo riff di chitarra che chiude degnamente sia il pezzo che l'ottimo lavoro.

Per concludere, consiglio nettamente il lavoro a tutti coloro cui piace il doom ed il goth, mentre lo sconsiglio a tutti coloro (e purtroppo sono sempre tanti) cui piace indossare i paraocchi e cui non piace scoprire delle ottime realtà come quella appena recensita.
Indubbiamente il lavoro non è esente da piccole imperfezioni (ricordo a tal proposito che sto trattando del primo demo realizzato dal duo) che vanno ricercate soprattutto nella eccessiva monoliticità delle song che magari necessiterebbero di un pò più di diversificazione, ma lascia la voglia di ascoltare al più presto il secondo lavoro, uscito lo scorso anno.

Track by Track
  1. Light a Candle for my Soul 85
  2. My Last Hours 80
  3. Prayer is the Only Way Out 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
79

 

Recensione di Alcio » pubblicata il --. Articolo letto 2829 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti