And Harmony Dies «Flames Everywhere» (2007)

And Harmony Dies «Flames Everywhere» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1570

 

Band:
And Harmony Dies
[MetalWave] Invia una email a And Harmony Dies [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di And Harmony Dies [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di And Harmony Dies [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di And Harmony Dies

 

Titolo:
Flames Everywhere

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Black :: All vocals, drums, keyboards
Whisper :: Keyboards, samples, programming
Rob :: all guitars
Void :: bass

 

Genere:

 

Durata:
1h 16' 25"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2007

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Attivi sin dal 1997, gli And Harmony Dies arrivano con il loro “Flames Everywhere” al loro secondo album (dopo due demo, un’autoproduzione, una raccolta di demo e una partecipazione a una compilation) che esce per la My Kingdom music, una casa discografica che mi risulta essere interessata a sonorità sperimentali. E la sperimentazione è proprio il campo degli AHD, che denominano il loro genere “Eclectic Avantgardish metal”, che in questo album mettono veramente tanta carne a cuocere. Vediamo tutto con calma.
Gli AHD musicalmente giocano a fare gli imprevedibili: si divertono a prendere alcuni riff di metal estremo (vagamente black) e a metterci poi le influenze più disparate (anche del tutto estranee al metal), accompagnate anche da parti con un taglio nettamente più comico e ilare, il tutto con delle soluzioni stilistiche sulla falsariga di ciò che i Solefald di “Neonism” ci hanno fatto sentire. A livello di testi, invece, “Flames everywhere” tratta un concept decisamente interessante, dal finale aperto e interpretabile, e che sa tanto di autobiografico: un viaggio spirituale del protagonista (denominato semplicemente Daemon), che da novello Faust decide di ribellarsi al Cristianesimo per esplorare le scienze Magiche e Occulte, per poi liberarsi dopo molto tempo di tutti i legami col Satanismo tradizionalista, e imporre la sua Volontà come sua Unica Legge. Anche liricamente l’album si presenta con un taglio più esilarante, quasi che gli AHD abbiano voluto evitare atmosfere narrative troppo grevi. Per citare un esempio di quanto appena detto: nella opener “Burning Doubt” il Faust in questione, quando interroga il “padre” (capite il doppio senso) sul perché della religione, è dipinto come fosse un bambino che è “troppo piccolo per sapere certe cose”.
Ascoltando l’album, fortunatamente, oltre alle stravaganze tecnico compositive, gli AHD hanno anche ben altri assi nella manica, ovvero sono capaci di scrivere alcuni pezzi veramente eccezionali come la Title track (la migliore in assoluto!), “Practice” e “Hurts”, sono inoltre capaci di scrivere momenti ambient di grande effetto “Psychic waltz”, riescono a donare una spiccata teatralità alle loro composizioni senza ridurle ad un ammasso di chiacchiere e di luoghi comuni, e sanno anche cambiare mirabilmente l’atmosfera dei loro pezzi. Oltre ai brani suddetti, trovo molto riuscita infatti anche la conclusiva “Shining and sailing souls”, un po’ più easy listening, più maestosa, e fondamentalmente adatta a far concludere un album dall’ascolto così impegnativo sia per le sonorità che per le tematiche trattate.
Tuttavia, l’album non si conclude così, ma lascia spazio ad una cover assai particolare: “At war with Satan” dei Venom. E questa credo sia l’unica pecca di quest’album: un po’ di originalità applicata ad una cover in chiusura ci può anche stare, e magari dopo tanta sofisticatezza un pezzo più ignorante per farci muovere la testa e scioglierci può starci bene, ma forse qui gli AHD hanno voluto chiedere troppo. Questa versione non è male, ma personalmente preferisco la versione originale e francamente la trovo fuori contesto. Ma soprattutto, secondo me di una cover come questa (per chi non lo sapesse questo pezzo dura 20 minuti), alla fine di un album così impegnativo sia a livello di ascolto che a livello mentale, non ce n’era bisogno. Fortunatamente, alla fine è e rimane una cover, e non pregiudica più di tanto il voto.
In conclusione: il mio giudizio sugli AHD è abbondantemente positivo, e questo album (dotato tra l’altro di una veste grafica ottima) può essere consigliato a chiunque apprezzi il filone Avantgarde, e le gesta fatte soprattutto da gruppi tipo Solefald, Arcturus e magari anche ultimi Enslaved e Vintersorg. L’Avantgarde è materia difficile da trattare, ma gli And Harmony Dies ce l’hanno fatta alla grande.

Track by Track
  1. Burning Doubt 75
  2. To Learn From Literature 77
  3. Psychic Waltz 77
  4. First Flames 75
  5. Hurts 80
  6. Blindness Inc. 77
  7. Practice 80
  8. Flames Everywhere 88
  9. Reasons 75
  10. Inflamed Set Afire Almost Burned 74
  11. Time 78
  12. Shining and Sailing Souls 83
  13. At War With Satan 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 84
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
79

 

Recensione di Snarl » pubblicata il --. Articolo letto 1570 volte.

 

Articoli Correlati

News
Live Reports
Concerti