Fudo Satellite «Primitive» (2009)

Fudo Satellite «Primitive» | MetalWave.it Recensioni Autore:
ojumalu »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
687

 

Band:
Fudo Satellite
[MetalWave] Invia una email a Fudo Satellite [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Fudo Satellite [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Fudo Satellite [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Fudo Satellite

 

Titolo:
Primitive

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Gabriele : Vocal And Guitars
Giacomo : Guitars
Tommaso : Bass
Luca : Drums

 

Genere:

 

Durata:
38' 34"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Primitive è l'album che segna il debutto ufficiale dei Fudosatellite, band alternative rock di Arezzo.
Dopo 5 anni di attività live e due demo, ecco l'uscita di questo lavoro, prodotto dalla UK Division records.
L'ascolto risulta da subito molto piacevole e il disco scivola via ricco di citazioni stilistiche, profondamente radicato come è nel post-grunge e nell'alternative rock statunitense nato all'inizio degli anni'90, quello di cui sono padri fondatori per intenderci i James Maynard Keenan (Tool, A Perfect Circle), i Trent Reznor (NIN), i Billy Corgan (Smashing Pumpkins, Zwan); sono chiarissimi gli influssi presenti, al punto talvolta da rischiare di portare l'orecchio dell'ascoltatore a vivere una sorta di dejavu auditivo; ritroviamo per esempio i Tool nelle tracks 'Sephirot' e 'The Half Side of the End' per arrangiamenti nelle dinamiche delle linee vocali e nei cori, oltre che per la timbrica delle chitarre, o ancora si possono scorgere echi alla Alice in Chains in '23', ma nonostante ciò non si potrebbe mai parlare di mero plagio stilistico quanto piuttosto di un'inevitabile osmosi che deve essere prezioso viatico verso la ricerca di una propria forte identità, visto che i mezzo ci sono e i risultati sono a tuttora notevoli.
A livello individuale i 4 se la cavano davvero bene e c'è un buon groove, chitarre ricercate ma mai eccessive, ottima presenza del basso, che si disimpegna egregiamente, anche con alcune soluzioni non tecnicamente impossibili ma di sicuro impatto, e della batteria, che riesce a dare una buona connotazione ritmica all'insieme, versatile infine la voce, dal buon timbro, a tratti venata di grunge, a tratti sussurrata ma capace di essere al contempo rabbiosa o vibrante.
Per quanto riguarda le tracks apprezzabili, a mio parere, soprattutto 'A Great Fall', buona struttura e stacchi, bel ritornello e un riff di chitarra che da quasi una suggestione di vertigine e The Higher Thruth, pezzo tirato dal ritmo incalzante e dall'apprezzabilissima linea di basso, caratterizzato da sonorità fortemente grunge (sopratutto per quanto riguarda le linee vocali e le chitarre).
Nell'album è presente anche una ghost track dal sapore paranoico che, per sonorità ricorda parecchio i Korn degli inizi.
Per tracciare un bilancio di questa "opera prima" mi sento di esprimere un giudizio positivo, c'è sicuramente ancora tanto da lavorare, ma con queste premesse possiamo stare certi che ci ritroveremo fra non molto per le mani un nuovo lavoro, sicuramente più personale, maturo e consapevole, i presupposti ci sono tutti, con abnegazione e passione i frutti arriveranno, basta solo attendere.

Track by Track
  1. A Great Fall 80
  2. Sephirot 75
  3. 23 65
  4. Down to my Knees 75
  5. Through the Firing Line 75
  6. The Soil 65
  7. The Higher Thruth 80
  8. Primitive 70
  9. Here There Now 65
  10. The Half Side of the End 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
74

 

Recensione di ojumalu » pubblicata il --. Articolo letto 687 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti