Sextum Sepulcrum «Dona Eis Requiem» (2009)

Sextum Sepulcrum «Dona Eis Requiem» | MetalWave.it Recensioni Autore:
darklot »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1179

 

Band:
Sextum Sepulcrum
[MetalWave] Invia una email a Sextum Sepulcrum [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Sextum Sepulcrum [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Sextum Sepulcrum [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Sextum Sepulcrum

 

Titolo:
Dona Eis Requiem

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Dario Lastrucci :: Voce
Andrea Dell'Olio :: Batteria
Leonardo Galtieri :: Chitarra
Luca Cadonici :: Chitarra
Cesare Del Pasqua :: Basso
Tommaso Corsi :: Tastiere
Giulio Borgioli :: Piano e Tastiere

 

Genere:

 

Durata:
1h 14' 53"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Sextum Sepulcrum si muovono in territori riconducibili all'Heavy Classico con venature progressive moderno in cui a farla da padrone è la potente e squillante voce di Dario Lastrucci che non disdegna tonalità più basse riuscendo a districarsi ottimamente nei vari registri.
Dona Eis Requiem, questo il titolo del disco che mi torvo a recensire, è la prima opera di un concept ben più complesso articolato in tre tempi e nasce dall'idea del singer Dario Lastrucci e dal drummer Andrea Dell'Olio, entrambi di Firenze e membri fondatori del progetto.
I Sextum Sepulcrum hanno realizzato questo platter attingendo a tutta la loro vena creativa e devo dire che nell'ambito del genere i Nostri potrebbero avere qualcosa da dire iniziando dalla concezione che sta alla base del progetto; infatti il tutto è realizzato seguendo un vero e proprio schema da opera. Le diverse atmosfere che attraversano l'album sono intimamente collegate tra loro e i pezzi si susseguono come fossero i diversi tempi di un composizione classica. Questo se da un lato può essere ammirevole, dall'altro risulta un'arma a doppio taglio poiché, per riuscire a garantire un solido substrato a ciò che si vuole presentare come un vero e proprio concept album, sono necessarie delle capacità compositive ed armoniche di una certa caratura. Con ciò non sto dicendo che i Sextum non siano tecnicamente preparati ma la mera tecnica strumentale non basta se non è messa al servizio dell'opera stessa e, qui, di trippa per gatti ce n'è ben poca poiché i pezzi si sviluppano seguendo abbastanza da vicino i canoni del genere; certo qui e lì si registrano dei momenti intimi abbastanza interessanti e credo che su questi dovrebbe maggiormente puntare il gruppo a livello compositivo. I pezzi di per se non possono essere definiti brutti né tanto meno statici ma risultano davvero pesanti da digerire dato che il songwriting è sì concepito bene, ma ricalca troppe volte dei clichè che lasciano l'ascoltatore con l'amaro in bocca e, a meno che non si sia dei veri e propri die hard del genere, alla lunga si fa fatica a seguire le composizioni.
Come accennavo prima, molto interessanti sono invece i momenti più intimisti e gotici che potrebbero offrire quella spinta in più di cui a mio parere necessitano le composizioni e visto che si cerca di affrontare l'evoluzione musicale come una vera e propria opera classica, sarebbe il caso di cercare un miglior inserimento dei momenti neoclassici che si percepiscono all'interno delle composizioni. Non voglio fare paragoni perchè credo che ogni gruppo abbia le proprie peculiarità, ma essendo toscani come non citare gli Inner Shrine che, partiti da un gothic di matrice neoclassica, hanno sviluppato la loro sensibilità attraversando l'opera lirica e le composizioni classiche in senso stretto riuscendo a dare alle stampe dei platter piuttosto interessanti; credo che questo percorso potrebbe essere la giusta via anche per i Sextum Sepolcrum che, ripeto, sulle parti più intimiste e classiche potrebbero avere davvero qualcosa da dire.
Rimandati al prossimo appello poiché credo che molte delle pecche di questo disco siano dovute all'ingenuità della prima registrazione importante e se ci si aggiunge che questa è la prima parte di un concept diviso in tre capitoli, si può ben comprendere come riuscire a trovare il bandolo della matassa possa risultare ancora più complesso.

Track by Track
  1. Intro-Birth 55
  2. The Way You Show 50
  3. The Truth I Knew Within 60
  4. Disclaimed Son 50
  5. Broken Blood Ties 60
  6. Last Vanishing Hopes 65
  7. Requiem For A Mother 55
  8. Kissing Madeness' Eyes 55
  9. The Demon Inside The Shepherd 60
  10. The Sunset Beyond My Eyes 65
  11. One Last Silence 60
  12. Requiem For A Son 50
  13. Dona Eis Requiem 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 40
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
58

 

Recensione di darklot » pubblicata il --. Articolo letto 1179 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Live Reports
Concerti