Valak «From the Gloomy Sky» (2003)

Valak «From The Gloomy Sky» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Alcio »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2607

 

Band:
Valak
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Titolo:
From the Gloomy Sky

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro (drums)
Jacopo (guitar)
Nico (guitar)
Marcio (vox)
Bene (basso-session)
Razvan (violino-session)

 

Genere:

 

Durata:
32' 31"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2003

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Valak esistono dal 2000, formatisi da una costola di una precedente formazione, e si sono subito dedicati alla stesura di materiale proprio, tanto che arrivano (anche se dopo diversi cambi di formazione) alla registrazione di un primo promo nel 2001.
Dopo questa esperienza, iniziano ad avvalersi della collaborazione esterna di Razvan al violino, che aiuta la band come session, ma con cui registrano il presente mini.
Il combo marchigiano è ora al lavoro su altri brani, ma noi intanto ci andiamo ad ascoltare questo "From the Gloomy Sky".

"New Angel" apre il lavoro con un arpeggio di chitarra su cui il violino tesse melodie. Le chitarre distorte prendono il sopravvento e ci portano verso lidi di certo melodic black metal, ben suonato e ben strutturato. La band suona come un incrocio tra Dimmu Borgir (più che altro per l'impostazione vocale), Emperor, Dissection e certi Satyricon. L'opener è molto lunga (oltre 10 minuti) e strutturata, difatti consta di continui cambi di atmosfera e tempo, ma mostra una band che ha buone capacità sia tecniche che compositive, soprattutto negli arrangiamenti, che non suonano mai abusati. Interessante la parte di cantato nella nostra lingua. Bello anche l'arpeggio che conclude il lungo brano.
Suona molto più total black la successiva "Let Commit..." esplosiva nell'incipit, più meditata e melodica nel proseguio. Molto interessanti le costruzioni melodiche, ed il riff di sola chitarra pan-pottato alternativamente nei due canali.
La successiva suite "Race through ..." è divisa in due parti, la prima delle quali inizia su ritmi sostenuti su cui si stagliano le costruzioni melodiche create dal violino. Davvero un bell'effetto che da' al pezzo un'aura molto epica. Interessante lo stacco di chitarra pulita nella porzione centrale della song con voce sussurrata. La band torna poi a distorcere le proprie sonorità in un riff molto epico, su cui rinasce il violino. Un bellissimo brano che non ha nulla da invidiare ad acts stranieri dediti a medesime sonorità.
La seconda parte della suite è introdotta da un arpeggio sul quale ricama il violino. Il brano si anima quindi con un rifferama epico, sentito e per nulla scontato. Una più che degna conclusione per un ottimo lavoro.
Lavoro che riserva un'ultima sorpresa con un ghost track strumentale di violino e chitarra reverse.

Per concludere, non lasciatevi spiazzare (come il sottoscritto) dalla presenza di un violinista in formazione: non ci troviamo di fronte ad emuli dei My Dying Bride del periodo "Turn Loose the Swans", quanto ad una band dedita ad un bellissimo black sinfonico senza alcuna inflessione goth/modaiola. Sanno il fatto loro questi ragazzi marchigiani e, nonostante rispettino gli stilemi del genere, risultano particolarmente freschi ed originali.
p.s.
Nella votazione globale ho preferito omettere dalla media il voto alla confezione (invero troppo spartana per un lavoro del genere), visto che avrei lo apprezzato anche se mi fosse stato recapitato in una busta lorda e con il dischetto graffiato!

Track by Track
  1. New Angel 80
  2. Let Commit Suicide 80
  3. Race Through the Death pt.1 85
  4. Race Through the Death pt.2 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
77

 

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