Snatches of Pink «Stag» (2005)

Snatches Of Pink «Stag» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Cynicalsphere »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1170

 

Band:
Snatches of Pink
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Titolo:
Stag

 

Nazione:
U.s.a.

 

Formazione:
Michael Rank: vocals, guitars
Marc E Smith: guitars, vocals
Kevin Clark: bass
John Howie Jr: drums

 

Genere:

 

Durata:
39' 44"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Un volatile, apocalittico cocktail di oscillante punk, impassibile glam e turbolento rock”: così si descrivono nella loro biografia gli americani Snatches Of Pink. E non poteva esserci definizione più calzante per inquadrare al meglio l’identikit di Michael Rank e soci. Da più di quindici anni infatti questo combo originario di Chapel Hill, nel North Carolina, continua imperterrito a percorrere l’impervia strada del rock ‘n roll attraverso sentieri sicuri, battuti anche da grandi nomi del recente passato, quali Hanoi Rocks e Quireboys, tanto per citare alcune band di riferimento. Ma non fatevi l’idea di trovarvi di fronte ad un ennesima comparsa nel mondo del music business. Gli Snatches Of Pink con uno stile davvero unico e personale, influenzato da una grandissima varietà di generi musicali, si sono fatti apprezzare durante tutti questi anni da critica e pubblico, al punto da arrivare a condividere il palco insieme ad artisti del calibro di Iggy Pop e The Cramps. E oggi “Stag”, la nuova uscita discografica della band, sta qui a dimostrare che nulla è stato lasciato al caso e che il rock ‘n roll è vivo e vitale sotto il nome di questo piece a stelle e strisce.
Già dai primi riff di "Judas", traccia d’apertura del disco, la sensazione è quella di essere tornati indietro nel tempo, nei mitici anni ’70, in cui imperversavano la decadente sensualità glam e la sfacciata attitudine punk. Aspetti questi ultimi che si riscontrano in più di un’occasione nelle strutture dei pezzi di “Stag”, semplici e dirette allo stesso tempo. Un contesto sonoro nel quale si calano alla perfezione le voci poetiche, a tratti strazianti, ma dal gran sapore settantiano, di Michael Rank e Marc E Smith. Due personaggi che immagineresti appartenere a quella razza di “maledetti” del rock, con una chitarra in mano e nell’altra una bottiglia di Whisky.
E se da una parte questo lato più trasgressivo della band, a cavallo tra decadentismo di fine ottocento e ribellione post hippie, emerge in maniera evidente in pezzi come “Tooth”, “Texas” o nell’acida “Painted Gun”, l’altra faccia degli Snatches Of Pink è rappresentata dalla naturalezza espressiva presente in quei brani forse più scanzonati, ma così dannatamente contagiosi da saper creare immaginarie atmosfere nella mente dell’ascoltatore. E’ il caso di “Dance”, forse la traccia più bella dell’intero disco, della potente “Snakes”, della rock-bluesy “No Station”. Tutti pezzi che faranno sicuramente la gioia di ogni amante del buon rock di vecchio stampo. Citazione a parte merita la malinconica “The Ape”, l’epilogo di “Stag”: una di quelle canzoni così apparentemente bizzarre da sembrare geniali, dove l’intreccio tra le due chitarre crea un’atmosfera insolita e triste, sostenuta anche da un cantato languido e sofferente.
Concludendo, “Stag” è uno di quegli album estremi: da amare o odiare, a seconda dei propri gusti. Certo, sono necessari alcuni ascolti prima di comprendere a pieno sia le sonorità a prima vista spiazzanti degli Snatches Of Pink, sia la loro camaleontica attitudine. Ma se siete alla ricerca di quelle sonorità vecchio stampo, tanto care al periodo seventhies, questo cd fa al caso vostro!

Track by Track
  1. Judas 65
  2. Tooth 65
  3. Snakes 75
  4. Dance 80
  5. Painted Gun 75
  6. Stag 70
  7. No Station 75
  8. Texas 70
  9. The Ape 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
72

 

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