Ruled By Reason «The Dawning Of Dystopia» (2011)

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Autore:
carnival creation »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Ruled By Reason

Titolo:
The Dawning Of Dystopia

Nazione:
U.s.a.

Formazione:
Jason Dean - vocals
Matt Tarach - guitar
Brian Montgomery - guitar
Chris Glavac - bass
Sam Newman - drums

Genere:

Durata:
42' 38"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2011

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

"The Dawning of Dystopia" è semplicemente un album colossale, il primo, spero, di una lunga lista di produzioni che il quintetto di Cleveland, Ohio, ha da poco rilasciato sotto The Execution Kollective, interessante label americana nel cui sito la seguente scritta si trova in prima pagina a caratteri cubitali: “The Execution Kollective is an extreme music division out of any politically correct control. Human faith in candy modern dreams is crushed by an utterly violent sounding katharsis: freedom replaced by unity, community replaced by blood.”. Messaggio più che chiaro, aggiungo io.
Tornando al debutto discografico dei nostri, vi faccio un piccolo spoil del tutto innocente: sono canzoni lunghe, sono canzoni articolatissime con all’interno trame talmente intersecate tra loro da risultare all’inizio poco digeribili sia per tecnica che per modo di eseguire i pezzi e di certo sono facilmente accostabili a generi musicali quali progressive-deathcore, technical death e progressive melodic death. Tanti sottogeneri e poche parole in fondo. Basta ascoltarli per rendersi subito conto di trovarsi di fronte cinque giovani musicisti di cui le nostre orecchie sentiranno ancora il nome prima o poi dato che è molto difficile scordarsi un disco come questo, che, ripeto, rappresenta un debutto! Una produzione alle stelle certo, ma del tutto lontana da un’elaborazione musicale degna del peggior commercio metalcore, sebbene il punto di partenza possa sembrare questo. Ultimamente mi sono soffermato a riflettere sulle tantissime band-copia sparse in giro per il mondo (anche in Italia) e, non senza dispiacermi, mi sono reso conto della più totale distruzione del concetto di metal. Sperimentare nuove cose è lecito ma prendere questo fatto come scusa per far soldi copiando da altri è oltremodo ridicolo oltre che patetico ed ingiusto. Fortunatamente i RBR si trovano, a mio avviso, ben lungi dall’essere classificati nel modo di cui sopra e proponendo un disco ricercato, fatto di momenti atipici pur essendo una sorta di death metal melodico dai canoni grossomodo già ascoltati, l’ho preso come un ottima riuscita di una giovane realtà americana.
Le voci alternano ottimi growl a isterici scream e non disdegnano affatto un po’ di pulito, specialmente nella prima parte di “Look To The Stars” la quale distoglie per un attimo l’attenzione dall’intera atmosfera del disco e fa credere si tratti della solita band emo per frangettoni ma il pulito dura poco e così anche l’intero susseguirsi di fraseggi, ben presto giunge la canzone vera, violentissima e discretamente tecnica. Un semplice esempio per farvi comprendere l’imprevedibilità di tale album.
Ragazzi, le cose sono due: o gli date un’occasione (potrebbero davvero piacervi se amate i dischi dal suono moderno e melodico) oppure se siete i metallari vecchia generazione e odiate la sperimentazione tecnica statene davvero alla larga. Ad ogni modo resta un disco interessantissimo. Ne sentiremo ancora parlare, sicuramente.