X-ing «Crossing The Universe» (2011)

X-ing «Crossing The Universe» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
carnival creation »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
X-ing

Titolo:
Crossing The Universe

Nazione:
Germania

Formazione:
Thommy Keller - vocals
Umberto Carretti - guitars, vocals
Uli Schmid - keyboards
Tina Reitberger - bass
Tom Henzen - drums

Genere:

Durata:
1h 3' 56"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2011

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Terzo attesissimo album per i tedeschi X-ing. Dopo “Independence”, a distanza di quasi cinque lunghi anni torna una grande band, non conosciuta molto devo dire, né promossa a sufficienza a parer mio. Un disco più bello dell'altro e stavolta i nostri non sono stati da meno avendo rilasciato qualcosa di veramente sensazionale.
Il sound degli X-ing è accostabile al progressive rock degli anni '80 ed è senza dubbio debitore di grandi del genere come Genesis, i Marillion più melodici e l'impatto ritmico degli eccelsi Faith No More. Si evince chiaramente da ogni canzone una spinta verso il melodico ma è sempre presente un'accortezza adeguata verso l'energia pura ed insita del rock, non troverete violenza gratuita quindi in “Crossing The Universe” ma brani costruiti e strutturati con grandissima classe.
La voce così calda e potente di Thommy Keller è una delle più interessanti che io abbia mai ascoltato, soprattutto nel progressive rock, mentre non da meno sono gli altri eccellenti musicisti che muovono sotto di lui. Non è un prog rock dedito a canzoni chilometriche, né a passaggi armonici incomprensibili, né tantomeno ad assoli lunghi venti minuti completamente fini a se stessi, anzi, sono tutte canzoni di buonissima fattura, molto radio edit per durata, costruite con schemi tutto sommato semplicissimi, ma efficaci soprattutto per quanto riguarda l'orecchiabilità dell'insieme; ti restano dentro e ti trasmettono emozioni e questo sì che significa fare musica.
E' il classico disco da macchina, per rilassarsi oppure per mettere su qualcosa di buono durante un viaggio ma è anche musica da infilarsi nelle orecchie tramite degli auricolari, stendersi sul letto, in penombra e gustarsi questa oretta di surreale. Francamente non ho ascoltato nulla di simile in due o tre anni di dischi progressive rock e come sempre gli X-ing si confermano una delle più interessanti band europee purtroppo poco o per niente conosciute.