Feral «Dragged To The Altar» (2011)

Feral «Dragged To The Altar» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
824

 

Band:
Feral
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Titolo:
Dragged To The Altar

 

Nazione:
Svezia

 

Formazione:
Hook - vocals
Valmer - bass
Damien - drums
Svarte Petter - guitar
Markus Lindahl - guitar

 

Genere:

 

Durata:
46' 16"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il death metal è un genere musicale ormai francamente decadente; non insinuo che si dovrebbe lasciare il moribondo a perdere l'ultima stilla di vita nel putrido angoletto che si è creato, è necessario però trovare un diverso metodo di valutazione. Ad oggi si aspettano le uscite dei soliti grandi nomi, ci si compiace della produzione super aggressiva, mentre i nomi dell'underground restano preoccupantemente in ombra. Un po' è colpa degli stessi death metaller che non sono interessati a cambiare i propri dei con nuovi; un po' naturalmente del rigido schema che si deve seguire e un parte, quella più interessante qui, è dovuta ai nuovi musicisti (anche non per forza debuttanti, come in questo caso) davvero troppo ligi alla classica formula. In particolare questi Feral, provenienti nientemeno che dalla Svezia si rifanno agli Entombed, quelli del periodo death 'n' roll, per capirci e tutto sommato pubblicando un album gradevole, sebbene derivativo, in cui il death metal occupa comunque un buon 90% delle composizioni; le varianti “roll” sono prevalentemente groove metal vicino alle ultime cose dei Carcass (l'attacco di “Groverobber” dovrebbe essere un prova più che sufficiente).
La produzione sonora è fragorosa: riesce ad evocare le caratteristiche zanzarose chitarre grasse, ma con una pulizia molto definita e brillante, il che è un bene, ma anche un male dato che sacrifica non poco l'atmosfera lugubre che fu. Il cantato la cui pecca maggiore è essere un po' monotono è un growl molto definito che raramente abbandona il copione. I brani scorrono via, sebbene siano abbastanza articolati, tutti su velocità molto controllate, dove il mid tempo con la doppia cassa è forse il più abusato; anche se in fondo è come un bignami, ci trovi un po' di tutto, in ordine sparso: mid tempo, blast beat, assoli enfatici, momenti più lugubri e atmosferici, cavalcate thrash/core e stacchi groovy sincopati; non tutti i momenti sono vincenti, anche se l'ottima registrazione aiuta molto.
Difficile citare un brano piuttosto che un altro, perché comunque lo standard qualitativo si assesta ad una certa altezza, si percepisce invece una carenza di apici compositivi piuttosto palese. Nota d'interesse l'artwork di copertina davvero ispirato, anche se accordato ai soliti temi, con un tratto grafico essenziale, ma accattivante.
Se siete in carenza di death metal svedese groovy, dai suoni potenti, molto fedele alle origini avete il vostro acquisto.

Track by Track
  1. Once Inside The Tomb 65
  2. Altar Of Necromancy 65
  3. Judas 55
  4. Welcome To The Graveyard 65
  5. Howling 60
  6. The Deathbog 65
  7. Graverobber 65
  8. The Curse Of The Casket 70
  9. Behead The Crucifix 65
  10. Malevolent Summoning 70
  11. Outro 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
67

 

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