Alchera «Era» (2011)

Alchera ĞErağ | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
963

 

Band:
Alchera
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Titolo:
Era

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
Marc Prangenberg - vocals
Daniel Schulz - guitar
Joschka Prangenberg - guitar
Karl Witzmann - guitar
Jörg Wendt - bass
Mirco Pinkert - drums

 

Genere:

 

Durata:
49' 9"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Una volta si diceva che i giapponesi non inventavano nulla, ma lo copiavano, facendolo meglio. Nel mondo dell'heavy metal questo semplice (ma utile) stereotipo può essere trasposto ai tedeschi, che negli ultimi anni stanno riempiendo ogni genere musicale, spesso donandogli nuova vitalità; il black metal è sicuramente uno dei generi toccati, ma anche il death metal di stampo svedese nelle loro mani prende una forma che se per l'appunto non è esattamente innovativa, di sicuro gli conferisce freschezza ed energia.
Gli Alchera, attivi dalla metà degli anni '90, hanno sfornato quest'album, “Era”, che altro non è che un compendio di vent'anni di death metal europeo, a partire da poco dopo la prima raffinazione della scena storica, intorno al 92/93. Di base abbiamo una grande potenza esecutiva, una materia densa di metallo infuocato, ma soprattutto un motivato eclettismo sonoro. Si potrebbero citare le diffuse derivazioni romantiche, ad esempio negli ispirati tremolo picking dell'opener “Lokasenna” e della successiva “In Darkness”, o in “Vlokuslak” e “Ulfhednar”, che si rifanno a In Flames e Dark Tranquillity d'annata, ma senza perdere in impatto o senza sembrare solo degli epigoni. Metodi più rodati di intendere il thrash e il groove, passando per i Motorhead (e gli Entombed), si trovano in “Elysium Asche” e “Dead End”; infine accenni a soluzioni più moderne sono reperibili in “Misanthropy”, dove sono presenti riff tritacarne sincopati, con doppia cassa imperante. “Melkor”, per citare un ennesima traccia che testimoni gli ampi orizzonti della band, ci offre persino dei momenti di slam gutturale (!!!) e il finale a sorpresa, “BauchFleisch” (se proseguite a leggere ve la rovinate, uomo avvisato...) è un brano grind di 13 secondi.
Merito di una band che sa gestire dei riff dinamici e cromati nelle fiamme più calde dell'inferno, che non annoiano mai lungo tutti i cinquanta minuti dell'album; un cantato variegato, che modula con stile growl più profondi a scream disperati. Queste sono le band su cui puntare per ampliare una scena musicale che purtroppo ristagna, senza la necessità di cedere alle tentazioni di tastiere o di composizioni pop; di melodia qui ce n'è già a fiumi e non ha bisogno di metodi ruffiani per convincervi ad ascoltare questo ottimo lavoro.

Track by Track
  1. Lokasenna 80
  2. In Darkness 85
  3. Beginning Of The Days 75
  4. Misanthropy 75
  5. Dead End 75
  6. Elysium Asche 80
  7. Vlokuslak 80
  8. Guhl 80
  9. Ulfhednar 80
  10. Melkor 75
  11. Rune 80
  12. Fraass 80
  13. Bauchfleisch 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
77

 

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