Cryptex «Good Morning, How Did You Live?» (2011)

Cryptex «Good Morning, How Did You Live?» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
942

 

Band:
Cryptex
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Titolo:
Good Morning, How Did You Live?

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
Simon Moskon - vocals, bass, piano, keyboard, blues harp, didgeridoo
Ramón Fleig - drums, percussions, cajón, backing vocals
Martin Linke - guitar, sansula, backing vocals

 

Genere:

 

Durata:
56' 42"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Stranissimi e anticonvenzionali al massimo come l'artwork che accompagna questo bel disco, i teutonici Cryptex, dallo stesso moniker assai particolare, preso direttamente dal bestseller "Il Codice Da Vinci" di Dan Brown, irrompono sulla scena internazionale con questo debut album costituito da tantissimi momenti diversi, ognuno dei quali racchiude in sé l'anima della band. Parlare di “Good Morning, How Did You Live?” è come parlare di un grande cristallo esposto alla luce e notare la scomposizione dello spettro luminoso su di una superficie ossia, quanto è plausibile smontare la musica in tante piccole parti e ricomporla in modo più che originale. Dire che i nostri suonano un “progressive folk rock” non rende loro onore in quanto i Cryptex esplorano anfratti spesso nemmeno troppo distinti utilizzando i canoni del metal, del rock tipicamente dei Porcupine Tree, del folk, del blues e addirittura del pop stile inglese e terminano il disco uscendosene a testa alta con una traccia outro pienamente gospel. Sperimentando tutto lo sperimentabile la band ha confezionato un debutto con i fiocchi che sono sicuro farà la felicità di moltissimi ascoltatori (la mia in primis), regalando fiumi di note e di grande passione.
Tre elementi all'interno della formazione ed ognuno suona strumenti anche molto singolari, introducendoli nel “rock” senza battere ciglio. Le presenze del didgeridoo, del cajòn, dell'armonica blues e della sansula sono piuttosto atipiche in un contesto come questo, eppure riescono a farsi valere insieme agli strumenti musicali “classici” come basso, chitarra, tastiere, batteria. Il pianoforte ha un ruolo fondamentale, specialmente nella suite “A Colour Called Gently”, un capolavoro di brano per altro, il quale potrebbe benissimo essere annoverato negli annali delle canzoni progressive rock moderne più belle degli ultimi dieci anni, a mio avviso. Ottima e migliore traccia dell'album, lunga di minutaggio (undici minuti e passa) ma molto intensa. Tolta la suite resta veramente difficoltoso decidere quale altro brano possa essere considerato il più rappresentativo dei Cryptex, benchè qualcuno superi l'altro in completezza. Se non siete attratti dalla musica convenzionale e cercate qualcosa di assolutamente originale, cantata con classe e suonata con follia, sapete a chi rivolgervi.

Track by Track
  1. Intro 70
  2. Hicksville, Habitus And Itchy Feet 70
  3. Dance Of The Strange Folk 70
  4. Freeride 75
  5. Bagheera 75
  6. It's Mine 85
  7. Gipsy's Lullababy 75
  8. Camden Town 65
  9. Leviathan 70
  10. The Big Easy 75
  11. Mom 80
  12. Alois 75
  13. Most Lovable Monster 75
  14. Grief And Despair 75
  15. A Colour Called Gently 90
  16. Outro 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
77

 

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