Hell Icon «Odium Irae Involumentum Me, Te Conscientiae Stimulant Maleficiorum» (2005)

Hell Icon «Odium Irae Involumentum Me, Te Conscientiae Stimulant Maleficiorum» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
730

 

Band:
Hell Icon
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Titolo:
Odium Irae Involumentum Me, Te Conscientiae Stimulant Maleficiorum

 

Nazione:
Netherlands

 

Formazione:
Mortifer - compositions
Apollyon - compositions

 

Genere:

 

Durata:
36' 44"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Hell Icon sono un altro criptico gruppo proposto dalla Devotional Hymns Records, che come per gli Aderlating (di recente recensiti) provengono dall’Olanda, sono in due e propongono sonorità malatissime ed oscure dark ambient. Il disco in questione, per l’appunto chiamato “Odium Irae Involumentum Me, Te Conscientiae Stimulant Maleficiorum” è uscito nel 2005 autoprodotto (da quel poco che sono arrivato a capire da metal archives, visto che non ho alcuna biografia), ma è stato ristampato dalla suddetta label solo di recente, mentre nel frattempo il gruppo di Mortifer è andato avanti e ora si trova al suo undicesimo full length (questo è il terzo).
Le coordinate dell’ambient che gli Hell Icon ci propongono, come detto, sono quelle più nefaste e oscure che esistono, con massivi usi di suoni veri come batteria e chitarre, quindi evitando gli effetti e le frequenze degli Aderlating, anche se l’uso degli strumenti è non convenzionale e molto cacofonico e non-musicale, con la batteria che riproporre passaggi ritualistici dall’effetto quasi tribale a tratti, e da chitarre che sembrano rifarsi alle soluzioni dei Sunn0))), e sentite anche in qualcosa dei nostrani Ufomammut. Nel frattempo urla strazianti accompagnano l’unica traccia di questo disco che dura quasi 37 minuti. A dire la verità, nonostante la traccia però non sia male, scarica la sua malvagità solo a tratti: i momenti coinvolgenti ci sono, come la disarmonia a metà brano, l’organo appena udibile verso la fine e alcuni momenti sparsi in cui la tensione si fa palpabile. Il resto del brano però, è troppo minimale per i miei gusti, sfrutta delle atmosfere poco acide e visionarie, per prediligere un mood molto omogeneo e uniforme per tutto il pezzo, dando però al brano una eccessiva ripetitività. Le chitarre inoltre a volte mi suonano finte, come nel break a 22 minuti, dove la distorsione suona parecchio plasticosa rovinando l’atmosfera. Certo, in questo genere gli strumenti non devono essere per forza comprensibili, anzi vengono registrati in modo poco nitido in modo da aumentare l’atmosfera confusa e infernale dei brani, ma io credo che questo suono zanzaroso sia in realtà un po’ troppo finto e poco adatto: ne avrei preferito uno più saturo, che avrebbe reso il brano forse più disturbante.
Insomma: un brano carino, anche non eccelso. Io però, non li classifico al loro top della forma: mancano alcune cose che altri gruppi portacolori dell’ambient ritualistico e oscuro hanno saputo portare: manca la malattia degli Abruptum, la tensione angosciosissima degli Aghast, l’occasionale morbosità dei Melek-Tha. Non è male però, ed è senz’altro meritevole di un ascolto per chi apprezza l’ambient e i suoni molto sperimentali. Consiglio anche di ascoltarli insieme a qualcos’altro del loro repertorio, in modo da carpire al meglio lo stile della band.

Track by Track
  1. Odium Irae Involumentum Me, Te Conscientiae Stimulant Maleficiorum 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 50
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
70

 

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