Sacred Legacy «Undying Heart» (2008)

Sacred Legacy «Undying Heart» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Desaparecido »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
772

 

Band:
Sacred Legacy
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Titolo:
Undying Heart

 

Nazione:
Maldive

 

Formazione:
Ali Ashraf (Bloody/Ayya) - voce
Ahmed Shahyd (Shahyd Legacy) - chitarra
Ahmed Ikram (Iku) - chitarra
Ismail Waheed (Wadde) - batteria
Ali Azzam (Kuro) - basso

 

Genere:

 

Durata:
31' 4"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Dopo “Apocalypse” del 2007 ed il precedente “The Sacred Legacy” del 2006 (sebbene album di Shahyd solista), ecco tornati i Sacred Legacy con il loro terzo album: Undying Heart, un 8 tracce non estremamente lungo che, almeno sulla carta, è dichiarato essere un appartenente al genere death/thrash metal. Ma è anche ascoltandolo distrattamente che si nota qualcosa di strano: fatta eccezione per dei -rari- momenti cantati, l’album è composto interamente da lunghissimi assoli di chitarra pulita e da poche ritmiche tipicamente thrash, assomigliando molto di più ad un cd progressive piuttosto che ciò che ordinariamente si intende per death metal.
Il disco si apre con una melodicissima “Black Velvet Part.1”, che incomincia con un pianoforte, il cui tema musicale è ripreso a metà canzone dalle due chitarre, che lo arricchiscono di sfumature tipiche di un metal molto più dolce di ciò che ci si potrebbe aspettare da un gruppo death/thrash, ma senza comunque riuscire a produrre qualcosa di interessante che, per tutti i 4 minuti e mezzo, ricorderà qualcosa di già ascoltato nei Dream Theater. A seguire c’è “Forgot” in cui si può ascoltare la voce di Ali, preannunciata da più di 40 secondi di assolo e ritiratasi con un buon anticipo rispetto alla fine della canzone che, nei minuti finali, lascia largo spazio alla parte strumentale, come in “Gods Legend”, unicamente strumentale ed in praticamente tutto l’album, in cui la voce ed il basso non trovano uno spazio d’espressione sufficiente largo per emergere. Quasi il 60% del disco, infatti, è costituito da tecnicismi progressive di uno Shahyd e l’accompagnamento distorto di Ikram che lasciano poco movimento alla voce graffiante di Ali che riesce ad emergere con chiarezza solo in un paio di canzoni, senza però cantare dall’inizio (cominciando sempre una ventina di secondi dopo) alla fine (smettendo con un paio di minuti d’anticipo). Le linee di basso sono tristemente povere e poco rilevanti, mentre invece la batteria riesce ad avere un ruolo più evidente, con ritmiche accattivanti, sebbene siano sempre subordinate alle due chitarre che la fanno praticamente da padrone all’interno di tutto l’album. Molto probabilmente, se si fossero riusciti ad emergere anche gli altri membri del gruppo, l'album sarebbe risultato un prodotto ben più interessante e meno ripetitivo.

Track by Track
  1. Beast Of Darkness 70
  2. Black Velvet Part 1 80
  3. Forgot 75
  4. Gods Legend 70
  5. Dragon Wars 85
  6. Infinity Reloaded 75
  7. Undying Heart (For My Eternal Love) 70
  8. Undying Heart (feat. Shaani and Fal) 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 95
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
78

 

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