Grabak «Sin» (2011)

Grabak «Sin» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
752

 

Band:
Grabak
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Titolo:
Sin

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
C. Badtke - guitars
A. Recklies - bass
S. Ellebood - bass
S. Schmidt - drums
J. Klepel - vocals

 

Genere:

 

Durata:
42' 26"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Devo ammettere di non conoscere prima di adesso i Grabak, un formidabile quintetto black metal tedesco di Lipsia con due bassisti e una sola chitarra in formazione. E dire che sono attivi da nientemeno che il 1995!
Potreste forse storcere il naso quando avete letto che questo gruppo possiede due bassisti in formazione, ma in realtà i Grabak non sono gli unici: l’hanno fatto anche altri gruppi noti a livello underground come i Barathrum e i Necromantia, solo che i sassoni in questione non hanno nulla a che vedere col sound rockeggiante dei finlandesi e neanche con le atmosfere del combo greco; no, i Grabak sono rivolti al black svedese, a tassi molto elevati di bpm e a pochissime concessioni ai compromessi. Così sembrerebbe quando si ascoltano le prime note del disco, che propongono un assalto frontale tipo ultimi Marduk e più spesso nella prima traccia (e solo qui) Dark Funeral, ma la vera sorpresa si ha appena si va avanti nell’ascolto, per le ottime qualità di questo gruppo, che dimostra in tutto il disco di saper variare in maniera assolutamente apprezzabile il canovaccio composizionale dei Dark Funeral, proponendo una serie di partiture di chitarra solista, stacchi maliconici (evidenti nella stupenda “Sloth - The Echoes of Babel”), eccellenti gusti melodici, e addirittura un paio di crescendo con voce lirica femminile! Tutto ciò marchia a fuoco una grande “The Covenant”, e si ripete ad ottimi livelli anche nelle tracce successive, che a tratti propongono tratti solisti estremamente pregevoli, come e soprattutto nella bella “Wrath - Into a Mental Inferno”, tracce death che potenziano il Marduk-style di “Envy - Beyond the Grace of God”, mid tempos potenti che temprano “Sloth - the Echoes of Babel”, e i tempi velocissimi che rendono “Lust – of Masters and servants” un vero massacro.
Tanta è la melodia solista e la potenza espresse in questo “Sin”, evidente concept sui sette peccati mortali, che a dirla tutta ad un certo punto il paragone coi Marduk comincia ad essere sconveniente perché questa band va per la sua strada, mentre coi Dark Funeral il paragone non regge proprio più. Tanto è vero che ogni tanto riaffiorano anche altri gruppi svedesi come i mai dimenticati Mork Gryning nelle parti veloci, e i Lord Belial per l’attenzione nelle parti soliste e la drammaticità di certe atmosfere. La conclusione viene lasciata a “Pride - The Black Mirror”, altro esempio di classe e potenza, e a un outro suonato.
Un bel successo, insomma! Questo “Sin” dei Grabak è una piacevolissima alternativa made in Germany al songwriting svedese, che brilla di personalità, incisività, capacità tecniche e gusti melodici, la cui qualità non è seconda ad altri gruppi validi e underground come Mork Gryning, Dawn e Lord Belial, e il cui songwriting francamente surclassa (non me ne vogliano i fans) l’ultimo disco personalmente non apprezzato dei Dark Funeral, in quanto molto meno stereotipato e decisamente più versatile nel songwriting. Consiglio questo disco ad ogni amante del black svedese, e anche a chiunque sia interessato al binomio chitarre soliste – black metal. Dategli una possibilità, io la darò anche ai loro precedenti lavori.

Track by Track
  1. Prologue - The Covenant 90
  2. Wrath - Into a Mental Inferno 90
  3. Envy - Beyond the Grace of God 85
  4. Gluttony - The King’s Jester 80
  5. Sloth - The Echoes of Babel 90
  6. Lust - Of Masters and Servants 80
  7. Greed - The Sign of the Rope 80
  8. Pride - The Black Mirror 85
  9. Epilogue - The Lord of Sin 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
83

 

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