Illogicist «Subjected» (2004)

Illogicist «Subjected» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Scolopendra »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
2076

 

Band:
Illogicist
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Titolo:
Subjected

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Emilio Dattolo - Bass
Sergio Ponti - Drums
Diego Ambrosi - Guitars
Luca Minieri - Guitars, Vocals

 

Genere:

 

Durata:
38' 38"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2004

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Illogicist: un nome che va avanti dal 1997. Band formatasi dall'idea del chitarrista Luca Minieri e dal batterista, Remy Curtez di creare un sound maturo con un mind's concept associato ad una dinamica ed introspettiva visione della sofferenza.
Dopo vari cambi di formazione e dopo aver inciso due dischi, gli Illogicist danno alla luce nel 2004 a "Subjected", il loro debut album.
Il disco è maturo, scorrevole, tecnico e sopratutto originale.
Riffs prettamente death metal dettati dalle chitarre e dal basso si incontrano con una voce molto intensa e ben modulata accompagnata da una batteria, di ottimo livello, il tutto fa di questa band una delle più competitive nel panorama death metal attuale.
Ascoltare "Subjected" non è solamente compiere un'esperienza musicale di alta classe ma sopratutto una gioia anche per i più esigenti.
Le tracks presenti nel disco sono nove, una più bella dell'altra anche se quelle che hanno colpito di più la mia attenzione sono "Knowledge curse", "Introspection" e "The soul feeder".
"Knowledge curse" mi riporta alla mente dischi come "Individual tought patterns" o "Symbolic" dei Death, suonata con un grande stile ed un'ampia personalità compositiva, qui gli Illogicist creano un'atmosfera pensata, particolare ed allo stesso tempo istintiva ed emozionale.
"Introspection" è una stupenda canzone strumentale, ricca di cambi tempo, cavalcate e soluzioni veloci da parte delle chitarre che intrecciano la melodia come piante rampicanti alle loro reti.
Riffs scalpitanti, ben modulati, atmosfere floridiane accompagnano quella che è "The soul feeder" una delle più belle canzoni death mai scritte.
Non posso descrivere a pieno le capacità di questi 4 ragazzi in quanto dovrei spendere per ognuno moltissime parole e pensieri, ma una cosa è certa sono estremamente potenti e portano avanti a testa alta uno stile molto molto particolare e sopratutto difficile da cui non solo le mani sono impegnate con gli strumenti ma anche il cervello in quanto deve poter esplorare un tipo di pensiero molto complesso per creare certe melodie.
Complimenti, spero di vedervi presto in live.

Track by Track
  1. Into your mind (Intro) 87
  2. The high price of confidence 87
  3. Knowledge curse 95
  4. Every straight lie 90
  5. Dissonant perspectives 88
  6. Subjected 88
  7. Introspection(Instrumental) 97
  8. The soul feeder 98
  9. The last show 93
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 98
  • Qualità Artwork: 96
  • Originalità: 98
  • Tecnica: 100
Giudizio Finale
93

 

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