Pyrrhon «An Excellent Servant But A Terrible Master» (2011)

Pyrrhon «An Excellent Servant But A Terrible Master» | MetalWave.it Recensioni Autore:
HeavyGabry »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
731

 

Band:
Pyrrhon
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Titolo:
An Excellent Servant But A Terrible Master

 

Nazione:
Stati Uniti

 

Formazione:
Doug Moore - vocals
Dylan Dilella - guitars
Erik Malave - bass
Alex Cohen - drums

 

Genere:

 

Durata:
45' 3"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Più di una volta mi è capitato di intuire dalla copertina di un disco (o elementi di contorno vari extramusicali) la direzione musicale di una band, al di là della sua presentazione "ufficiale"; anche stavolta l'intuito non mi ha tradito e si è solo potuta confermare l'impressione pre-ascolto che mi ero fatto dei Pyrrhon. È bastato poco: uno sguardo alla copertina, ai titoli dei pezzi poco convenzionali e alla casa discografica, in questo caso la polacca Selfmadegod Records. La label in questione è notoriamente interessata anche a realtà molto particolari (non per niente sotto la sua ala protettrice ci sono anche i nostrani Psychofagist) oltre che a colonne portanti del marciume trasposto in musica come gli Agathocles, e i Pyrrhon rientrano decisamente nella prima categoria. Debuttanti d'oltreoceano, di sicuro una scommessa a lungo termine che però almeno adesso sembra dare meno frutti di quanto sperato: i nostri infatti vengono presentati con l'ormai abusatissima definizione di "technical death metal", ma nella realtà dei fatti si tratta di termini che gli vanno stretti e sono anche un po' devianti in verità. Di sicuro la tecnica nella loro musica è presente ed anche ad ottimi livelli, ma stilisticamente non ci vuole molto a capire l'"inganno": il death metal c'è, ma fortemente legato al fortunatissimo filone mathcore a cui ormai anni addietro i Dillinger Escape Plan hanno dato vita ed oggi più che mai è alla ribalta, prendendo in prestito qua e là tratti sludge che fanno pensare subito ai compianti Isis o agli altrettanto geniali The Ocean. Se a questa spigolosa proposta ci aggiungete una certa monotonia per tre quarti d'ora di musica (a cui potremmo concedere l'attenuante che si tratta pur sempre del debutto) allora vi accorgerete che i Pyrrhon non sono esattamente il meglio del meglio. Comunque non si tratta di un disco su cui si può solo infierire, alcune buoni spunti ci sono (come nell'opener "New Parasite") ed è sulla vasta gamma di idee che hanno che devono lavorare questi ragazzi: snellire le strutture dei brani e rinunciare un po' alla sperimentazione per avere un risultato più concreto; certamente non si rinuncia alla propria integrità artistica ripensando in termini minimi a cosa si può fare anche per i fan. In definitiva, come ho già scritto sopra, si tratta di una promessa per il futuro: attendiamo il prossimo disco per giudicare con più consapevolezza i Pyrrhon.

Track by Track
  1. New Parasite 75
  2. Glossolanian 60
  3. Idiot Circles 60
  4. Correcting A Mistake 65
  5. Gamma Knife 60
  6. The Architect Confesses (Spittlestrand Hair) 60
  7. Flesh Isolation Chamber 65
  8. A Terrible Master 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
68

 

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