Griffar «Monastery» (2011)

Griffar «Monastery» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
690

 

Band:
Griffar
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Titolo:
Monastery

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Drakhian - Guitars, Bass
Alvisd - Vocals
Hellskrim - Drums

 

Genere:

 

Durata:
53' 52"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Quanti ce ne sono di album come questo “Monastery”? Un numero davvero esoso e si somigliano tutti... mah, momento propizio, si direbbe, per uscite death/black altisonanti;
ed è questo che suonano i Griffar, senza troppi giri di parole, con in testa l'esempio più pratico e semplice di tutti: i Dissection (per stessa ammissione della band). Super gruppo formato da membri di Enthroned e live session di Taake, tra i nomi più noti, si sperticano in mazzate devastanti di old school death metal californiano (Morbid Angel, Malevolenti Creation...) corrompendolo con venature di velocissimo black metal (vocals incluse) dai connotati svedesi e imbastito con dosi groove di stampo thrash metal; il risultato è un po' banale, per quanto l'estrema competenza e la complessa solidità dei brani li renda comunque godibili. Se fosse stato un album di mezz'ora si sarebbe potuto goderne maggiormente, ma per giungere fino ai cinquantaquattro minuti (e in solo nove tracce!) di questo album è necessario attraversare tutta la mole di arrangiamenti fini a sé stessi che nascondono anche le buone intuizioni, sempre molto canoniche, ma quantomeno stimolanti; come i bei giri di desolante chitarra di “The Demented God”, carichi di pathos epico e fascinoso (senza esagerare, però...) oppure l'elaborata traccia di apertura che fin dal titolo, “Blessed In Lava”, reclama un doppio legame con l'angelo morboso per eccellenza; nei suoi lunghi nove minuti però si trovano anche richiami ai Dissection e persino un'apertura acustica. Interessanti anche le aperture melodiche poste in coda al brano finale, “Last World”, un tripudio di assoli e frammenti acustici, anch'esso lungo quasi dieci minuti, ma molto meno avvincente rispetto a “Blessed...”
Quasi inutile soffermarsi sulla performance dei musicisti coinvolti, parliamo di personaggi comunque rodatissimi e dunque è facile aspettarsi chitarre indemoniate e sezione ritmica da precisione chirurgica; di conseguenza la produzione sonora è modernissima, potente e ultra definita.
Ecco, detto tutto, il resto mettetecelo voi, che avete già sentito chissà quante volte questo tipo di evoluzioni: voce putrescente al punto giusto, riff circolari e tremolo picking, blastbeat e doppia cassa a rotta di collo. Se non vi hanno ancora annoiato, qui ce n'è a tonnellate. Secondo la mia opinione, e mi si perdoni un po' di ridondanza, un ep di un quarto d'ora o poco più avrebbe raccolto un mio consenso più ampio.

Track by Track
  1. Blessed In Lava 70
  2. Monastery 60
  3. Relentless Infamy 65
  4. The Demented God 70
  5. My Wolf Legacy 60
  6. Tale Of The Navigator 65
  7. Diabolical Kingdoms 65
  8. Rebirth 65
  9. Last World 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
67

 

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