Betoken «Days Of The Apocalypse» (2011)

Betoken «Days Of The Apocalypse» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Zoro »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1830

 

Band:
Betoken
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Titolo:
Days Of The Apocalypse

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Antonio Pecere - Vocals
Ivo Ricci - Guitar,drums,keyboards
Michele De Ponti - Guitar
Alex Raven - Bass

 

Genere:

 

Durata:
1h 1' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Esiste una malattia che affligge spesso il metal tecnico, e i cui sintomi sono l’iniziare a pensare che una evidente mancanza di idee possa essere supplita da massicci sfoggi di tecnica. È una malattia di cui soffrono giganti del rock come Dream Theater, ma a quanto pare gruppi con nomi meno altisonanti, come gli italiani Betoken. La sensazione che ho avuto ascoltando questo loro ultima fatica (un power metal robusto e con influenze progressive), è di trovarmi davanti ad un prodotto ben suonato e ben costruito, ma assolutamente privo di incisività. Ogni tanto, lungo l’ascolto, fanno capolino dei bei momenti, che però vengono messi in secondo piano da un piattume di fondo che fa arrivare alla fine del disco piuttosto annoiati (per esempio, l’inizio di grande atmosfera della title track faceva sperare davvero molto di più di quello che alla fine il brano da. Poi una track conclusiva da 10 minuti, dopo il grigiume generalizzato dei pezzi prima, è una vera mazzata sui coglioni). L’album funziona nei momenti in cui la band si ricorda di suonare hevay metal, e ci mette un po’ di cattiveria che sopperisce alla mancanza di idee (esemplare a proposito la buona On your Dirty Graves). Nella copia promozionale del cd che ho ricevuto la band afferma di essere molto ispirata dai Megadeth, ma tralasciando che la loro influenza è appena percettibile e che capisco solo a metà tale affermazione, la band è tristemente orfana di un Dave Mustaine, e il lavoro senza arte ne parte svolto dal cantante ce lo ricorda per tutta la durata del disco, abbassando un tono che già fatica ad alzarsi da terra.
In sostanza non un disco orribile, ma un disco che fa innervosire: tanto potenziale sprecato in un prodotto prolisso e che emoziona poco.

Track by Track
  1. The End Of The Line 50
  2. Pendulum of God 55
  3. Shadow of Her Ghost 60
  4. Salvation/Damnation 55
  5. Crusade of The Third Millenium 50
  6. On you Dirty Graves 70
  7. The Room 50
  8. Pharisee and False Friends 50
  9. Kill the Leaders 55
  10. Sun, Moon and Starlight 55
  11. My Name is Anger 50
  12. Betrayer and Liar 50
  13. Days of the Apocalypse 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 50
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
56

 

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