Semargl «Satanic Pop Metal » (2012)

Semargl «Satanic Pop Metal» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1014

 

Band:
Semargl
[Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Semargl [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Semargl [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Semargl

 

Titolo:
Satanic Pop Metal

 

Nazione:
Ucraina

 

Formazione:
Rutarp :: Vocals
Shaddar :: Guitars
Hannibal :: Bass, Vocals
Anima :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
44' 51"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Semargl sono una band originaria dell’Ucraina che, fin dal 2005, ha pubblicato ben sei album compreso quest’ultimo “Satanic Pop Metal” e rappresenta la classica realtà musicale che si evolve virando a incursioni quasi completamente diverse da ciò per cui è nata la proposta iniziale.
Generati come gruppo Black Metal, i nostri hanno iniziato ben presto ad apprezzare sonorità molto più commerciabili (quindi fruibili per il grande mercato) e di conseguenza andare a sbattere verso tutt’altro modo di concepire la musica, migliorando –a visione loro- lo stile.
Non starò certo qui a fare il defender della situazione approcciando con un fare antipatico verso una band che si stacca definitivamente dal Black e passa inesorabilmente al genere che auto-definisce col simpatico epiteto di “Satanic Pop Metal” e gli dedica anche il nome dell’album quasi per farci sapere che l’era è cambiata del tutto.
In pratica cosa troverete nel disco? Vocalismi, ritmi, sintetizzatori, arpeggiatori, pad e riff derivanti in larghissima misura dall’Industrial Tanz Metal (menzionare gli Oomph! ed i Rammstein non è così sbagliato in fondo) ma anche soluzioni che richiamano la Techno classica e anche più moderna usando stili di arpeggi programmati tutto sommato piacevoli all’ascolto pur non rappresentando chissà quale originalità nel sound.
A rendere più appetibile il tutto aiuta la sensuale voce della bionda batterista Anima che, specialmente nelle prime tracce (quelle più Techno) dimostra una tendenza smisurata verso discoteche per dark, timidi accenni all’EBM-Metal più veloce nelle andature e lascia poi il posto ad un Rutarp dall’incedere violento e oscuro.
Come musica da discoteca i nostri potrebbero aver confezionato un prodotto molto valido ma è improntato quasi esclusivamente per fanatici del genere più che per gente curiosa in quanto alle lunghe stanca veramente e non mancano stucchevoli riempitivi. Che dire? Come passaggio di stile posso anche rispettarlo ma non potrebbero mai diventare uno dei miei ascolti preferiti se per tre quarti d’ora le atmosfere sono quasi sempre le stesse.

Track by Track
  1. I Hunger 65
  2. Sweet Suicide 65
  3. Drag Me To Hell 50
  4. God Is Not Love 65
  5. Tak, Kurwa 65
  6. Suck My Dick 70
  7. Labyrinth 60
  8. Join In Fire 60
  9. I Hate You 70
  10. Opium 70
  11. Anti I Am 60
  12. Loneliness 70
  13. Redire 40
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
64

 

Recensione di carnival creation » pubblicata il --. Articolo letto 1014 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti