Grimness 69 «The Bridge» (2010)

Grimness 69 «The Bridge» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1482

 

Band:
Grimness 69
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Titolo:
The Bridge

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Gaetano Cavallaro :: Vocals
Giorgio Molinaro :: Guitar
Fausto Cancian :: Guitar, Bass
Jacopo De Simone :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
39' 41"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“The Bridge” fu pubblicato nel 2010 ma è arrivato a noi di Metalwave soltanto ora. Nessun problema, l’attesa è stata ripagata visto che si tratta, tutto sommato di un buon disco Death Metal, il terzo capitolo discografico su larga scala, per essere precisi, dei Grimness 69, nostra vecchia conoscenza che fu recensita positivamente con il precedente “Illheaven Hells” e la doppietta del loro primo periodo Grindcore, “Grimness 69 Avenue” e la demo “Promo CD 2005”. Nella carriera dei nostri ci sono stati eventi che hanno alterato la proposta, in primo luogo l’aggiunta di “69” per questioni di omonimia e il cambio di genere di appartenenza che ha portato il gruppo ad un’espressione musicale, a mio avviso, maggiore e con più potenzialità.
In “The Bridge” vediamo i “Grimness 69” dotati di non poca tecnica e precisione, con idee molto chiare, produzione non indifferente e visioni verso il Death Metal in generale. Si lasciano ispirare un po’ ovunque, cercando di prendere il meglio dal lato melodico e da quello più marcio, lento e macchinoso (“Doomsday Carillon”, qui in versione ri-registrata) ma anche consci di non compiere mosse azzardate, ecco perché il disco possiede una sua personalità, un suo contesto specifico senza dover per forza somigliare a qualcos’altro, nonostante qualche riff qua e là ancora troppo propenso a ricordarmene altri già noti ma su questo posso anche soprassedere.
Gaetano Cavallaro è autore di un growl abissale, un po’ monotono è vero, ma sempre opportuno nei pezzi del platter che appaiono nove, nonostante la tracklist consti di diciassette brani, otto dei quali sono intitolati in cifre romane avendo per nome l’esatta durata di silenzio di cui sono composti. Una pausa lunga qualche minuto come per spezzare le sfuriate avvenute fino ad un momento prima e prepararci ad un brano molto buono che chiude in bellezza il disco. Scelta coraggiosa ma originale che ho apprezzato non poco.
Certamente ci si trova davanti ad un disco che sembra di passaggio infatti non tutto ha la capacità di convincere ma il valore di tali musicisti è indubbio. Probabilmente in questo momento staranno componendo o registrando qualcos’altro e noi aspettiamo la prossima uscita allora! La curiosità c’è.

Track by Track
  1. White Room 60
  2. Down To The Bones 65
  3. Chariot Of Acrimony 65
  4. The Shining Key 70
  5. Illheaven Hells 65
  6. The First Words Of a Dead 60
  7. Adore The Ten Fathers 65
  8. Feeding 70
  9. V S.V.
  10. VII S.V.
  11. XI S.V.
  12. XIII S.V.
  13. XVII S.V.
  14. XIX S.V.
  15. XXIII S.V.
  16. XXIX S.V.
  17. Doomsday Carillon 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
68

 

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