Gravelead «Pathology» (2011)

Gravelead «Pathology» | MetalWave.it Recensioni Autore:
morgan71 »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1020

 

Band:
Gravelead
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Titolo:
Pathology

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Gabriel Gein (marco Calabrese On Fb) - Lead Guitar & Founder
Alice Karn Murder (alice Angelomè On Fb) - Rhythm Guitar & Vocals
Rob Cico Palooza (roberto Palusa On Fb) - Drums
Wolly (wolly Gino On Fb) - Bass

 

Genere:

 

Durata:

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ed è cosi che vogliamo aprire oggi, recensendo questo album Thrash chiamato Pathology della band Gravelead.
L'opera si apre con un intro suonato da un synth church-organ che ricorda le litanie dei Goblin, il tema è tetro e profondo, mi rende irrequieto,
aspetto nell'attesa della grande apertura che mi dica: < perché tieni ferma la testa? >
Parte "On this Grave" e, se devo essere sincero, non mi crea l'effetto aspettato: riff iniziale un pò troppo lungo e scontato, quando la canzone prende ritmo gli strumenti non seguono un tempo ma vanno ognuno per la sua strada.E' vero che per suonare il Thrash non c'è bisogno di una gran tecnica ma bisognerebbe tener conto del livello minimo indispensabile.
Già alla terza canzone mi sento stufo di questo Punk dalle sonorita metalliche ma per fortuna parte Sudarium che è un brano che ha una spinta in più, ha buoni spunti, dal basso iniziale settantino che ammica ai Sabbath a le svisate di chitarra ben incastrate con la voce, finalmente comincio a battere il piede.
Sudden Death è un classico del pogo, headbanging allo stato puro. Buone le scelte dinamiche del pezzo anche se, purtroppo,il livello tecnico della band tende a far cadere le canzoni sui pezzi più spinti.
Sanguina forte per me dice la track n°6 e penso che non ci possa essere nome più azzeccato: parte con un arpeggio dark ed da li è un crescendo incalzante che sembra voglia ricordare i Joy Division accoppiati con i Metallica dei primi tempi.
Con Surgery e Bloodbath torniamo un pò alla monotonia iniziale, sembra che il disco sia uscito in altri tempi, ad esclusione di qualche spunto interessante sembra un classico copia a destra e manca: dal batterista troppo Lars Ulrich fino alle chitarre troppo Motorhead, dalle idee sentite e risentite alle strutture quasi sempre ripetitive, l'inespressività delle voci mi lascia un pò basito.
Son sicuro che la band pensasse ad un grande pogo live quando ha scritto l'album, a come canalizzare l'energia in questi riff ma la mia domanda è: < Nel 2012 è ancora questa la strada da percorrere? Non abbiamo bisogno di un'evoluzione?>
In conclusione è un disco che esce dall'anima dei compositori e come tale dedicato a chi può comprendere, di certo molte idee sono penalizzate da una tecnicità non troppo ricercata, chitarre e batterie sempre flemmate nei pezzi più veloci; un orecchio attento si altererebbe assai nell'ascoltarlo. Mi trovo costretto a indirizzare questo album nella mediocrità di parecchie realtà odierne, non me ne voglia la band per tale voto.

Track by Track
  1. Intro - Evil Rises 60
  2. On This Grave 40
  3. The Arrival of Satan 35
  4. Sudarium 60
  5. Sudden Death 55
  6. Bleed Hard for Me 65
  7. Surgery 45
  8. Bloodbath 30
  9. The Exceptional Rape 30
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 40
  • Tecnica: 40
Giudizio Finale
48

 

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