AA.VV. «Anathema Ritualis» (2011)

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Autore:
Snarl »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
AA.VV.

Titolo:
Anathema Ritualis

Nazione:
Italia

Formazione:
TUMULUS ANMATUS:
Gerion :: Guitars
Tumulash :: Vocals - Bass
A. :: Guitars
Gionata Potenti :: Drums

STRIX:
Umbra :: Guitars
Rex :: Vocals
Khamul :: Guitars
Ethere :: Bass
Chimsicrin :: Drums

Genere:

Durata:
19' 52"

Formato:
EP

Data di Uscita:
2011

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

La Lo-fi creatures continua ad interessarsi di material black metal proveniente dal nord italia, e ci propone in questo caso uno split interessante tra due bands che conosco, ovvero Tumulus Anmatus e Strix, ognuna delle due bands che portano due brani ciascuno, con una durata complessiva di poco meno di 20 minuti, e una qualità musicale abbastanza buona.
Il “rituale dell’anatema” parte con i due brani ad appannaggio dei TA, che propongono due brani dallo stile diverso: “Dies irae” è una traccia diretta e violenta, sullo stile identico dei brani veloci del loro full length “Ave casus mundi”, e purtroppo proponente ben poco di diverso da quelli, che pure si somigliavano tra di loro. “Leviathan” invece è un brano più lento e strano per quanto riguarda la scelta stilistica utilizzata, che farebbe riferimento ad un black metal lento, molto spesso debitore al doom più orientato verso il metal, quindi senza riffs a note singole sulle corde basse, ma dal mood più epico e con un largo e positivo uso della chitarra solista. Il pezzo è buono, nonostante a volte si ha l’impressione che il poco trasporto e la presenza di alcuni stacchi lo rovinino un po’.
Il lato degli Strix invece dura solo 8 minuti, ma tanto basta a questa band per convincere e spaccare tutto, per fare due brani che pestano nelle parti medie e lente, e per macellare tutto nelle parti veloci, grazie ad un riffing che in questa sede non è molto diverso dallo stile dei TA, ma che scarica meglio la potenza al suolo per via di una maggiore cattiveria nelle parti veloci, un impatto maggiore in quelle medio-lente dotate tra l’altro anche di alcune cadenze davvero coinvolgenti e meglio strutturate, oltre che un addizionale istinto old school metal da me sempre ben accetto.
Promossi e confermati dunque gli Strix, una band che tra l’altro ho scoperto solo recentemente per il fatto di averla sempre confusa con i semi-omonimi Strid, e promossi con riserva i Tumulus Anmatus, che al di là delle due buone canzoni, non mi hanno dato l’impressione di essere ancora migliorati dai difetti che evidenziai in passato su questa webzine per il loro “Ave casus mundi”, un disco che quando andava veloce faceva pezzi buoni ma molto simili tra loro, e che quando provava a fare qualcosa di diverso sapeva quasi solo rallentare e cambiare troppo di stile, disorientando un po’ troppo. Questa band rende meglio sulla breve distanza per ora, poiché le pecche finora da me riscontrate e analizzate si notano meno.
In conclusione: uno split buono e valevole di un acquisto. Magari insieme ai full length di queste bands.