Lahmia «Into the Abyss» (2012)

Lahmia «Into The Abyss» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1935

 

Band:
Lahmia
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Titolo:
Into the Abyss

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Corrado Ciaccia :: Bass
Flavio Gianello :: Guitars
Francesco Amerise :: Vocals
Alessandro Santilli :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
54' 49"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Quando chiesero a Lemmy cosa deve avere una band per sfondare, lui seccamente rispose “Devi essere l’uomo giusto nel posto giusto. Tutto qua”. E purtroppo i Lahmia sono le persone giuste, ma nel posto sbagliato al momento sbagliatissimo. L’ascolto del loro full length di debutto, intitolato “Into the abyss”, infatti, non delude assolutamente, ma se devo essere sincero mi piange il cuore a vedere che una tale band debba passare perlopiù inosservata (così come è successo finora) a causa del fatto che propone una commistione di generi perfetta, ovvero il death/thrash svedese dei migliori In flames e dark tranquillity, e il gothic stile anni 90 tipo Sentenced e Paradise Lost. Due generi poco di moda e superati commercialmente da prodotti ben più squallidi ma più fascinosi.
L’ascolto di “Into the abyss”, lo ripeto: è incredibile, e scordatevi per cortesia gli stereotipati canovacci mentali che potreste avere di questi due generi. Già dalla opener “drag me to hell” si sente che i Lahmia variano una canzone death/thrash con alcuni influssi presenti a metà canzone più oscuri ma che poco hanno a che fare con black, quanto piuttosto con gli influssi gothic che ammantavano il loro primo demo. E il resto del disco si barcamena tra questi due generi, ora più death/thrash (la cattiva, da pogata e con influssi alla Judas Priest “Strength from my wounds” e “the tunnel”), ora più gothic (la lunga ballad “My crown”, “Glass eyed child” e la ruvida e molto Sentenced di “Amok” “Silent through the screaming”). Arricchiscono il cd un gusto melodico davvero competente da parte di tutta la band, una capacità tecnica davvero sopra le righe soprattutto da parte del chitarrista solista, già a suo tempo incensato a dovere sul precedente EP, ed una proposta musicale sempre genuina e competente, dove non esistono le canzoncine “usa e getta” degli ultimi In Flames (non me ne vogliano i fans della band), dove c’è più estremismo e meno melodia degli ultimi Dark Tranquillity, e dove lo spirito a metà tra il dark, il rock, il gothic e l’heavy metal dei mai troppo compianti Sentenced viene riesumato perfettamente, anche grazie ad una buona prova del cantante, capace di versatilità vocale e originalità. Vari sono i punti a favore di questa band, tra cui per esempio la dinamicità dei brani, la capacità di non farli mai suonare monocordi, ma anzi di saper complessivamente far svegliare i pezzi quando serve (“My crown”) e ammansirli in altri, oltre a quelli suddetti. Pregi che vi consiglio di andare a riscontrare da soli. Potrà anche non essere un genere che seguite, ma un ascolto lo consiglio a ogni amante del metal sinceramente, proprio per la versatilità di questa band.
Difetti nelle canzoni ce ne vedi pochissimi, la qualità sonora è moderna ma non sputtanata e anzi curata (d’altronde con una registrazione da Giuseppe Orlando dei Novembre e una masterizzazione fatta presso un famoso studio svedese…), al limite potrei un po’ accusare una veste grafica fatta da Niklas Sundin (sì, proprio quello dei Dark Tranquillity) che è in effetti bella, ma forse troppo estrema, futuristica e troppo in effetti in stile Dark Tranquillity. Certo non è male, e comunque è un altro bel biglietto da visita, ma qui il mio gusto è meno condiviso.
Ma a parte questo, lo ripeto, il cd dei Lahmia è da sentire assolutamente. Lo reputo un disco che doveva uscire almeno 12 anni fa, e che non avrebbe sfigurato insieme ai gruppi che la Century Media ci proponeva, prima di sbagliare un trend dopo l’altro. Ecco perché definisco questo gruppo le persone giuste al momento e posto sbagliato. Peccato… consolatevi acquistando questo cd e fidatevi di ciò che dice la band in biografia: “metal maliconico, aggressivo ed elegante”: sono d’accordo! Assolutamente ben fatto!

Track by Track
  1. Drag me to hell 85
  2. Nightfall 90
  3. Silent through the screaming 90
  4. The tunnel 85
  5. Into the abyss 90
  6. Glass eyed child 90
  7. Grinding dreams 85
  8. Strength from my wounds 95
  9. My crown 90
  10. Ab aeterno 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 95
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 95
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
88

 

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