Gnaw Their Tongues «Per Flagellum Sanguemque, Tenebras Veneramus» (2011)

Gnaw Their Tongues «Per Flagellum Sanguemque, Tenebras Veneramus» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
750

 

Band:
Gnaw Their Tongues
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Titolo:
Per Flagellum Sanguemque, Tenebras Veneramus

 

Nazione:
Olanda

 

Formazione:
Mories :: All Instruments

 

Genere:

 

Durata:
58' 4"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Chi sono gli Gnaw their Tongues? L’altro gruppo di Mories, unico componente di questa band olandese che ci propone un mischiume di doom e noise con elementi black metal estremamente caotico e assordante, giunto con questa release al suo sesto disco (e ormai neanche l’ultimo, visto che nel frattempo Mories ne ha fatto un altro, tra split e EP).
Orbene, se vi sono piaciute le litanie malate e svita cervello degli Aderlating, altro gruppo suo, preparatevi ad affrontare un viaggio simile con GTT, un viaggio che deforma moltissimo i generi succitati attraverso una resa sonora volutamente confusionaria e rumorosa, asfittica e assordante, che sfoca molto la parte strumentale doom per aggiungerci in continuazione strumenti come violini, note di pianoforte, cori e orchestre, ma il tutto riproposto in una vena per niente convenzionale, totalmente difficile da sentire e mai melodico. Per capire davanti a cosa vi troverete di fronte vi basterà ascoltare i primi secondi dell’opener “Hic est…” che vi proietterà nel mondo negativo e malato di questo compositore: suoni disturbanti e clangori metallici che si alternano a gemiti di una voce umana filtrata per poi far continuare la base martellante musicale. E non è soltanto questo: vi troverete anche ad adorare una “Tod...” inquietante e più atmosferica, con una buona metà della canzone costituita da una batteria molto sfocata e lenta che suona su di un’orchestra di archi e ottoni molto cacofonica, ma dal sicuro effetto. La title track finale, infine, è una tanto semplice quanto evidente maniera di sfogare senza controllo qui tutto il marcio che si è risparmiato per le tracce precedenti.
Insomma: come per gli Aderlating, un disco distruttore della mente, ma forse meno ambient e senza qualche caduta di tono nell’album da me recensito in questa webzine. Promuovo questo disco perché non è soltanto un disco per gli amanti dell’oscurità sonora, ma anche per gli amanti del doom più schizoide, della musica strana e poco catalogabile. Dannatamente buono, dannatamente malefico e dannatamente da ascoltare per chiunque sappia apprezza almeno una delle due cose: suoni bassi e profondi e atmosfere malvage.

Track by Track
  1. Hic Est Enim Calix Sanguinis Mei 85
  2. Human Skin for the Messengers Robe 85
  3. Urine Soaked Neophytes 85
  4. Tod, wo ist dein Licht 90
  5. Fallen Deities Bathing in Gall 75
  6. Bonedust on Dead Genitals S.V.
  7. The Storming Heavens as a Father to All Broken Bodies 85
  8. Per Flagellum Sanguemque, Tenebras Veneramus 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
84

 

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