Thy Darkened Shade «Eternvs Mos, Nex Ritvs» (2012)

Thy Darkened Shade «Eternvs Mos, Nex Ritvs» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1086

 

Band:
Thy Darkened Shade
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Titolo:
Eternvs Mos, Nex Ritvs

 

Nazione:
Grecia

 

Formazione:
The A :: Vocals
Semjaza :: Guitars, Bass
Maelstrom :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
42' 19"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

La World Terror Committee torna a ferire profondamente, e stavolta è il turno dei forsennati Greci Thy Darkened Shade da Atene, anch’essi debuttanti in assoluto con un full length (anche se la biografia ci lascia intendere che la perfezione del songwriting è stata affinata con gli anni, facendomi quindi pensare ad un sacco di canzoni mai rilasciate), e fautori di ciò che la biografia definisce “a mix of raw yet technical Black Metal with old school, avant-garde and 80s' Thrash influences”, e non c’è che dire: è proprio così. “Eternus Mos…” è un album costituito da un Black/Thrash parecchio violento, quasi sempre veloce e forsennato, dinamico nella sezione ritmica e anche nei riffs. Per intenderci sui riff della band, immaginate un riffing black/thrash fortemente anni 80, ma frapponete delle note soliste in continuo movimento che prendono tutte le corde e tutti i tasti della chitarra, aggiungete un che di asettico al suono della chitarra e avrete ottenuto qualcosa che fa avvicinare il risultato a qualcosa di disarmonico, che fa avvicinare l’intera proposta musicale a certe cose degli ultimi MayheM (riproposta in veste migliore però) e ai Deathspell Omega, nientemeno.
Orbene, tutto il disco è così, tempestoso, disarmonico eppure spesso paurosamente black/thrash, in un equilibrio pressoché perfetto tra mazzate trucide black/thrash e clinica asetticità e precisione, che colpiscono il segno in praticamente tutto l’album, con i maggiori episodi nell’infuocato trio di testa “Deceased…”, “Reconstruction…” e la grandiosa “The great serpent self”, con le ultime canzoni del disco a planare su lidi leggermente più black metal.
Un capolavoro dunque? Senz’altro è un ottimo disco, ma per me presenta un piccolo difetto: è un po’ monodirezionale. Certo, tutti gli strumenti sono fantasiosi al punto giusto, traboccano di tecnica e di precisione e nondimeno entusiasmano, ma va anche detto che questo EMNR forse non tira mai il fiato: è una montagna di schegge impazzite per tutti i 42 minuti della durata che ci convince, ma a cui forse avrei voluto anche vedere cosa sapeva fare questo gruppo in momenti atmosferici più duraturi (in questo disco ce ne sono, ma col contagocce), o durante un assolo di chitarra, o durante alcuni intermezzi.
Chiaramente, questo non intacca più di tanto il giudizio finale di un cd comunque riuscitissimo, da consigliare a chiunque straveda per l’accoppiata infernale Tsjuder/Urgehal, meritevole di quantomeno un ascolto dal pubblico black metal e anche dai thrashers anni 80 non disdegnanti le sonorità black metal. Monodirezionale forse, ma che legnata!

Track by Track
  1. Deceased Ambience 90
  2. Reconstruction of Soul and Matter 85
  3. The great serpent self 90
  4. To suffer the perpetual curses 70
  5. Narrow Fields Of Life 85
  6. For sinister might 85
  7. Inferior Deathplan 70
  8. The Clandestine Insight Of Immorality 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
81

 

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