Inane «Void That Bend» (2005)

Inane «Void That Bend» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Painkiller »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1651

 

Band:
Inane
[MetalWave] Invia una email a Inane [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Inane [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Inane [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Inane

 

Titolo:
Void That Bend

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alberto:: guitar e vocal
Simo:: bass
Ycio:: drums

 

Genere:

 

Durata:
25' 13"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

A volte capita di imbattersi nell’ascolto di dischi, che lasciano perplessi e non perchè l’album in questione sia sotto la media, ma più che altro perché si viene inondati da un insieme di influenze, che di rado sono presenti, simultaneamente nello stesso lavoro. Questo è il caso di “Void that Bend”, degli italianissimi Inane. Un mini cd autoprodotto composto da 7 canzoni, tutte all’insegna del nu metal d’oltre oceano, condito qua e la con qualche spunto tanto caro al trash americano della Bay Area, che ricordano i Korn, con qualche sprazzo simile alle ultime fatiche degli Slipknot. “Void That Bend” è un disco molto strano che non convince mai al cento per cento, ma che è segnaletico del valore degli Inane.
Intro a parte, il disco esordisce con “A Scanner Darkly”, in cui appare subito chiaro il messaggio di cui la band è portatrice , insomma una canzone molto nu metal oriented, dello stesso tenore è la successiva “Soulless Silence” , che però amplifica le linee melodiche durante il ritornello risultando alla resa dei conti maggiormente incisiva e assimilabile rispetto all’opening track. “Der Alt” è invece la canzone più “slipkotiniana" del disco, grazie ai suoi growl efficaci e alla sessione ritmica degna di una band trash. Cosi’ arriva il turno della psichedelica “Only Flesh” e della successiva mid tempos “Only Bones”, un altro pezzo in cui le linee melodiche sono messe in evidenza. Infine chiude il disco “Bliss Me Shrike”,track dalle tinte cupe e abbastanza ripetitiva (ma non nel senso negativo della parola) nel suo incedere.
Alla fine dei conti, il disco degli Inane, raggiunge a pieni voti la sufficienza, perchè dimostra una band in forma, capace di usare gli strumenti in modo soddisfacente e capace anche di sapere osare, nella costruzione di canzoni che eccedono il già sentito. Quello che invece non convince del tutto è, che molte volte il gruppo italico sembra alla ricerca di una sua identità e viaggia per questo all’interno di una miriade di generi che spesso generano un po’ di confusione in chi ascolta, perdendo anche in immediatezza e in incisività. Poi personalmente avrei dato nella fase di mixing maggior voce alle chitarre, che a volte sembrano coperte dalla batteria e dal basso.
In ultimo “Void That Bend”, è un disco discreto fatto da una band interessante ma ancora acerba.

Track by Track
  1. Intro 60
  2. A Scanner Darkly 65
  3. Soulless Silence 65
  4. Der Alte 75
  5. Only Flesh 70
  6. Only Bones 70
  7. Bless Me Shrike 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Painkiller » pubblicata il --. Articolo letto 1651 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti