Attic (Germania) «The Invocation» (2013)

Attic (germania) «The Invocation» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Vincent »

 

Recensione Pubblicata il:
05.05.2013

 

Visualizzazioni:
858

 

Band:
Attic (Germania)
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Titolo:
The Invocation

 

Nazione:
Germania

 

Formazione:
Meister Cagliostro – Vocals
Katte – Guitar
Rob – Guitar
Chris – Bass
Roman – Drums

 

Genere:
heavy metal

 

Durata:
49' 1"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
07.12.2012

 

Etichetta:
Ænima Recordings
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Infektion PR
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Recensione

Dalla Germania arrivano gli Attic, band di chiaro stampo heavy metal che ci deliziano con una intro di organo veramente gradevole che ci immerge nel loro sound. A dir la verità dalla foto della band mi sarei aspettato una musica sullo style dei Cradle of Filth o Dimmu Borgir: trucco e parrucco black/gothic metal con richiami a tematiche mistiche. Tutt’altro: gli Attic suonano un heavy metal old style fatto di riff cavalcanti e melodiche rapide e taglienti con acuti di Meister Cagliostro che non passano inosservati. Sebbene questo cantato, quasi in falsetto, rifletta la bravura del cantante, non mi entusiasma molto, ma andiamo con ordine. La band è fresca di formazione, nati nel 2010, ovviamente precisano tutti dalla passione per la musica (come potrebbe essere altrimenti?), i film horror, occulto ed annessi rifacendosi a band come Judas Priest, Mercyful Fate, Pentragram, Helstar, etc... Puntano ad unire però al classico heavy un’atmosfera densa e dark, essenziale nella loro musica. A malincuore però mi trovo in disaccordo: in teoria potrà anche essere così, ma poi quello che fuoriesce dalle loro tracce non lo rispecchia molto. Se non fosse per l’intro: da quel punto in avanti le tastiere o organi scompaiono, lasciando il classico heavy metal tanto amato dagli Attic. Il loro primo demo è stato incoronato come demo del mese da “Rock Hard” Germania che li ha portati a suonare in prestigiosi festival nella loro nazione arrivando ad essere la band di supporto ai The Devil’s Blood a dicembre nel loro tour. A mio avviso la band ha certamente dalla sua parte una preparazione notevole e un buon mix di sound heavy vecchio stampo con occhio al nuovo e ad evitare il “già sentito”, anche se fossi in loro ne butterei due di occhi: per esempio mi chiedo come mai non ci siano stati più inserimenti di organi o tastiere che avrebbero certamente elevato l’atmosfera verso il tanto ambito dark. L’intro è molto coinvolgente e mi aveva per un attimo proiettato in un mondo mistico facendomi ben sperare nel proseguo. Invece mi trovo di fronte ad un gruppo che fa del puro heavy il cavallo di battaglia, ma se veramente volete a questo genere unire un’atmosfera mistica non è mettendo in 10 tracce due di organo e dire “atmosphere is always essential in their music”. Le tracce sono tutte sullo stesso piano e non trovo note particolari di spicco, anche se “Edlyn”, “Satan’s Bride” come anche “Evil Inheritance” preso maggiormente dal punto di vista dell’attenzione. È proprio su questa ultima traccia che mi focalizzerei per i prossimi lavori: una maggiore variazione di sound e di accompagnamento, un’attenzione alle parti melodiche e ai riff di chitarra che invece di essere solo veloci e virtuosi risultano anche più attenti alla melodia. Nell’augurare agli Attic una carriera lunga e rosea, spero si concentrino più sulla parte di “contorno” ed al suono che per ora sprigionano, arricchendolo con tastiere, pianoforti, anche violini e organi, tutte le loro composizioni così da avere tra le mani un prodotto più nuovo e che possa avere nell’atmosfera creatasi una carta in più da giocare. Non bastano due intro nel cd per avere un’atmosfera.

Track by Track
  1. The Hidden Grave (intro) 80
  2. Funeral in the Woods 65
  3. Join the Coven 60
  4. Edlyn 65
  5. Ghost of the Orphanage 65
  6. In the Chapel (intro) 75
  7. The Invocation 60
  8. The Headless Horseman 65
  9. Satan’s Bride 70
  10. Evil Inheritance 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
68

 

Recensione di Vincent » pubblicata il 05.05.2013. Articolo letto 858 volte.

 

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