Anomalya «Anomalya» (2005)

Anomalya «Anomalya» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Painkiller »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
871

 

Band:
Anomalya
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Titolo:
Anomalya

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Mauro Morlotti:: chitarra e voce
Marco Noventa:: voce
Beppe Geimi:: basso
Loris Bosio:: batteria
Fabio Bertasa:: chitarra

 

Genere:

 

Durata:
20' 30"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Anomalya sono una giovanissima band nata e cresciuta in quel di Bergamo e questo demo d’esordio, lavoro con cui si affacciano nella scena rock italiana, non è certo una delusione vista la tenera età dei componenti del gruppo bergamasco (in media vent’anni), ma anzi possiamo ben dire che pur non impressionando mai, “Anomalya”, può rappresentare un buon inizio sul quale costruire i prossimi passi del loro, si spera, promettente futuro musicale.
La band lombarda è palesemente ispirata dal grunge made in Seattle e da un bel pò di rock alternativo italiano; non vi è infatti brano che non riporti alla mente le band (Pearl Jam su tutti) che negli anni ’90 hanno fatto di Seattle il centro musicale attorno al quale è nato il Nirvana Sound, che per l’occasione viene mischiato con il trademark tipico di gruppi come gli Afterhours di Manuel Agnelli e i Marlene Kuntz.
La caratteristica che risalta al primo ascolto è l’ottima performance dietro il microfono di Marco Noventa che riesce a gestire in modo perfetto l’alternanza tra passaggi più aggressivi e momenti più riflessivi e rilassati, aiutato in qualche brano dalle backing vocals del chitarrista Mauro Morlotti, come ad esempio accade in “Dissidio” sicuramente il brano più riuscito dell’intero lavoro in cui gli Anomalya riescono a far convivere benissimo momenti rabbiosi con una atmosferica malinconica dando mostra anche delle capacità strumentistiche in loro possesso che in questo brano risaltano maggiormente rispetto al resto del disco.
In verità non deludono nemmeno “Sometime”, che con il suo rock energico e frizzante da una sferzata di freschezza al demo e la conclusiva “Realtà”: una ballad tanto atipica quanto interessante, che regala negli ultimi due minuti una buone dose di sperimentazione risultando anche il pezzo più originale del disco.
Insomma possiamo dire che alla fine tra le mani ci ritroviamo un esordio che rappresenta un inizio senza infamia e senza lode, che potrebbe servire sopratutto a definire il background di partenza e a far circolare il loro nome all’interno della scena rock nazionale. Detto questo per il futuro il gruppo bergamasco deve migliorare non certo nell’esecuzione dei brani (che è gia ottima) ma più che altro deve affinare la capacità di staccarsi dai loro modelli principali per trovare una soluzione personale.
Buona fortuna ragazzi.

Track by Track
  1. Morire di Te 40
  2. Dissidio 75
  3. Sometime 65
  4. Realtà 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
61

 

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