Violentor «Rot» (2012)

Violentor «Rot» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
28.07.2013

 

Visualizzazioni:
2822

 

Band:
Violentor
[MetalWave] Invia una email a Violentor [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Violentor [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Violentor [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di Violentor

 

Titolo:
Rot

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessio "Ale" Medici :: vox, guitar
Riccardo "Rot 'n' Ricca" Orsi :: bass, backing vocals
Rasha :: drums

 

Genere:
Thrash Metal

 

Durata:
35' 46"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:
EBM Records
[MetalWave] Invia una email a EBM Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di EBM Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di EBM Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di EBM Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di EBM Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di EBM Records

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Per esprimere cosa penso di questo secondo full length dei lucchesi Violentor, uscito per la rinomata EBM Records e proponente 9 tracce di speed thrash metal molto in your face, orientato verso il punk e con una registrazione dal feeling molto analogico e quindi largamente apprezzabile, vi racconterò un episodio. L’anno scorso capitò l’opportunità di vederli a Tortoreto; prima di quello avevo solo sentito alcune tracce sfuse da youtube e mi sembravano in gamba, ma il loro concerto mostrò una band che nonostante le buone capacità tecniche sembrava suonare all’infinito brani tipo Motorhead più diretti e ignoranti e che sapesse fare poco o nient’altro.
Bene: l’ascolto del disco conferma questa mia impressione. Singolarmente presi, i brani sono più che soddisfacenti, ma “Rot” complessivamente è paurosamente monocorde, omogeneo, monotono, monodirezionale e monocromatico, con 9 brani talmente fissati con lo stile “speed thrash con 4 accordi a corda libera” che sono praticamente tutti la stessa cosa e che alla fine risultano quasi del tutto indistinguibili tra di loro. Direte voi: e basta? Più o meno sì. certo, ci sta qualche rallentamento ogni tanto (3 in tutto l’album), e alcuni episodi come “Voodoo” e la title track si erigono dalla media, nonché alcuni assoli degni di nota, ma è tutto qua. Il resto dei brani non è sciatto ma direi approssimativo e superficiale, senza dei riffs di chitarra particolarmente originali, senza passaggi di batteria degni di nota (proprio per questo il disco lo sento orientato verso il punk), senza idee particolari riproposte, e basta. A salvare questa band dal baratro della bocciatura per me ci stanno solo due elementi: l’ostinazione sonora, che fa sì che il disco sia quantomeno roccioso e ostinato, e il fatto che il disco, come detto sopra, pur non avendo particolari guizzi o idee interessanti, presenta almeno delle tracce che singolarmente convincono, fatti salvi elementi come il rallentamento poco coinvolgente di “Breath of hate” e una certa tendenza alla melodia che rovina in parte “The last sentence”, senza la quale avrei ascoltato un buon brano in pieno Slayer-style. Bocciata, inoltre, la veste grafica dell’album: tenebrosa e malvagia senza che il gruppo ne abbia bisogno. Onestamente, questa copertina poteva tranquillamente finire su di un disco Black Metal tipo Beherit o Watain, mentre invece per ciò che ho sentito da quest’album avrei ritenuto più consono un soggetto alla Toxic Holocaust, giusto per dare un’idea.
Insomma: i Violentor provano a seguire le orme del thrash più minimale e grezzo, ma alla fine falliscono in parte l’obiettivo perché oltre all’impatto iniziale e del grezzume schietto e diretto non propongono nient’altro. Se, come me, amate il thrash speed più violento e sbattuto in faccia, magari tipo Sodom, un ascolto a questi Violentor lo potete pure dare, ma non prima di averlo dato a gruppi dal genere correlabile ma migliori come WItchmaster, Inferno (norvegesi) o gli italiani Baphomet’s Blood.

Track by Track
  1. Rot 70
  2. Better dead than slave 60
  3. Free spree 60
  4. Voodoo 70
  5. Rabid Dog 60
  6. Daemonical tutor 60
  7. Fuck the world 60
  8. Breath of hate 60
  9. The last sentence 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
60

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 28.07.2013. Articolo letto 2822 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.