Five Finger Death Punch «The Wrong Side Of Heaven And The Righteous Side Of Hell - Volume 2» (2013)

Five Finger Death Punch «The Wrong Side Of Heaven And The Righteous Side Of Hell - Volume 2» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
05.06.2014

 

Visualizzazioni:
1064

 

Band:
Five Finger Death Punch
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Titolo:
The Wrong Side Of Heaven And The Righteous Side Of Hell - Volume 2

 

Nazione:
U.s.a.

 

Formazione:
Ivan Moody :: Voce
Jason Hook :: Chitarra solista
Zoltan Bathory :: Chitarra ritmica
Chris Kael :: Basso
Jeremy Spencer :: Batteria

 

Genere:
Heavy Metal

 

Durata:
40' 31"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
19.11.2013

 

Etichetta:
Eleven Seven Music
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Distribuzione:
Warner Music Italy
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Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency
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Recensione

Mi dispiace ma a costo di sembrare un Hater o uno rimasto agli anni 80 (falso!), con me i Five Finger Death Punch non attaccano, perché il quinto album di questo quintetto da Los Angeles sembra essere tanto la nuova band emergente del momento, ma francamente io resto basito all’ascolto di quest’album.
“The wrong side” Vol.2 farebbe parte, infatti, di un’operazione discografica volta a fare da appendice al Vol.1 omonimo uscito pochi mesi fa, ma mi stupisco di quanto questo cd sia scontato. In pratica parte che sembra metal con l’unico tempo veloce di tutto l’album, ma poi dopo essere arrivati neanche al primo minuto, i FFDP mostrano la loro vera faccia: tempi di batteria sempre medio lenti, brani avvincenti e orecchiabili, con tanto di ritornelli tutti puliti volti a renderli ancora più orecchiabili, stile che nonostante alcune brevi parti non melodiche e arrangiamenti lievemente più aggressivi (ho detto “lievemente”) predilige il melodico tipo Nickelback e si trova vistosamente a suo agio così, ma soprattutto brani paurosamente fatti con la carta carbone e tutti uguali, praticamente interscambiabili nella tracklist, tranne la ballatona “Battle Born”, e tutti drammaticamente che ti possono risultare gradevoli, ma che sembrano fatti apposta per non lasciarti niente, in pieno stile “usa e getta”, insomma.
Sembro lapidario? Ma provate voi allora a sentire questo disco: non sarebbe male, ma è come vedere per la centesima volta un film che hai già visto, io lo trovo fatto per la massa e sprovvisto di qualsiasi cosa di inventivo o personale. Si badi, inoltre, a una cosa: volete dirmi che nel metal nessuno attualmente è originale? E siamo d’accordo, ma il punto non è che qui non c’è innovazione quanto piuttosto che le capacità di songwriting di questa band sono talmente appiattite e uniformate al mercato, che questo disco puzza di finto lontano un miglio, e che vergognosamente viene spacciato come metal solo nel primo minuto per poi non esserlo, col resto del disco che è l’alternative metal nel senso peggiore del termine, easy listening che più easy listening non si può, nonostante la voce urlata e la doppia cassa (rare).
Potremmo parlare volendo di “Weight beneath my sin”, o di quella che sembrerebbe essere la loro summa compositiva, cioè “Cradle to the grave”, o del singolone struggle che sembra scritto per gli emo “My heart lied”, o la melodica col pianoforte “Let this go”, ma davvero: non avrebbe senso; sarebbe ipocrita per me descrivere l’originalità dove l’originalità semplicemente non c’è. Per me, lapidariamente, passate avanti. Questo disco è talmente easy listening e commerciale che dopo un ascolto solo, personalmente, l’ho imparato già a memoria e non ho voglia di risentirlo, anche perché non mi ha lasciato niente, e lo trovo autentico, gustoso e credibile esattamente quanto un cheeseburger del McDonald. Ma siamo matti...

Track by Track
  1. Here to die 50
  2. Weight Beneath My Sin 60
  3. Wrecking Ball 55
  4. Battle Born 40
  5. Cradle to the grave 60
  6. Matter of time 55
  7. The agony of regret 55
  8. Cold 50
  9. Let this go 40
  10. My heart lied 40
  11. A day in my life 40
  12. House of the rising sun (A Folk Traditional cover) 45
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 40
  • Originalità: 20
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
47

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 05.06.2014. Articolo letto 1064 volte.

 

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