Bambole Nere «Odio Catodico» (2005)

Bambole Nere «Odio Catodico» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Cynicalsphere »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Bambole Nere

Titolo:
Odio Catodico

Nazione:
Italia

Formazione:
Daniele - voce, chitarra
Marco - chitarra, voce
Fabio - basso
Stefano - batteria

Genere:

Durata:
21' 19"

Formato:

Data di Uscita:
2005

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Si pensava che l’epopea del grunge e tutto quel che è fuoriuscito (musicalmente parlando) da una ridente cittadina americana dello stato di Washington avessero già detto tutto ciò che c’era da dire su qualcosa che personalmente ho considerato molto più di una corrente musicale: uno stile di vita forse, ma anche un modo di vivere sé stessi oserei riportare. Eppure, a distanza di più di dieci anni all’esplosione del “Made in Seattle”, c’è ancora chi ostinatamente cerca di ricalcare le orme non tanto di quel che di mirabile e degno di nota è scaturito dalle cantine del Nord-Ovest d’oltre oceano, ma quanto di quei concetti superati e di quell’immagine straziante tanto cara ad alcuni noti nomi di quella scena, oggi passati (fortunatamente o purtroppo) a miglior vita. Soprattutto nella terra del Bel Paese icone ed idiomi della generazione “Seattle-iana” hanno fatto le loro fortune, segnando inevitabilmente le menti di tanti vivaci ragazzini, che si sono visti travolgere da questa consolidata corrente di pensiero del “faccio-il-depresso-con-la-chitarra-perché-fa-molto-alternativo”. E come logica conseguenza, cloni di Nirvana e compagnia bella sono spuntati fuori a iosa come funghi in autunno (vedi Verdena, Punto G Blu ed altri ancora), in segno di tributo ai loro profeti scomparsi: ma in fin dei conti, era proprio scontato aspettarselo. Ed è questo quello che più preme dire riguardo alle Bambole Nere, l’assoluta scontatezza e banalità di una proposta, che oggi nel 2006 potrebbe arricchire una scena quanto una banconota scaduta da centomila lire. Niente è quel che rimane dei venti minuti del cd, niente viene aggiunto a quanto già proposto, detto, fatto, scritto e sentito per un decennio da un movimento come quello italiano, che ha spremuto fino all’eccesso quel che di buono proveniva dagli States, infarcendolo di accozzaglie melense e minimali. Avremmo potuto parlare benissimo di eccellenti toni di protesta, ribellione, anche di un sottile sarcasmo, se non fossero già stati tutti usati una miliardata di volte dai signori Ferrari, Godano ed Agnelli. Avremmo anche potuto apprezzare le sonorità noise e quest’attitudine post-punk/alternative molto orecchiabile, se il mercato discografico non fosse stato invaso già anni prima (e lo è tutt’ora) da vagonate della stessa roba. Non viene neanche da dire “salviamo il salvabile”. Per carità, ascoltare l’andamento cantilenoso delle linee vocali di “Odio Catodico” non invoglia certo a far ripetere i giri in piastra. E allora cosa rimane da raccontare delle sette tracce di un combo di quattro ragazzi di Roma, accasatisi sotto la Nelly Records? Semplicemente questo: far finta che non siano mai esistite e riscriverne di altre che abbiano un senso e suonino in maniera diversa dalle precedenti. Perché così non ci siamo proprio e di dischi alla stessa maniera di “Odio Catodico” se ne sono sentiti e se ne sentono tanti in circolazione. E forse anche troppi!