Crimes «Controkorrente» (2006)

Crimes «Controkorrente» | MetalWave.it Recensioni Autore:
AtoragoN »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1532

 

Band:
Crimes
[MetalWave] Invia una email a Crimes [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Crimes [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Crimes [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Crimes

 

Titolo:
Controkorrente

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro Benedetti - voce/chitarra
Andrea Benedetti - chitarra
Barlera Cristian - basso
Vicini Moreno - batteria

 

Genere:

 

Durata:
44'

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Devo ammettere di essere partito un po'prevenuto (anche dal fatto che il cd mi è arrivato senza uno straccio di bio), dal nome avrei scommesso si trattasse della solita band metalcore dalle tematiche di lotta sociale che recentemente stanno intasando il panorama dell'underground metal, ed invece questi Crimes nella sostanza risultano una band che si presta a diversi strati di lettura, mischia diverse influenze nel suo sound (anche se non sempre in maniera omogenea) e nonostante tutto ci propone un prodotto piuttosto originale e personale.
La prima cosa che spiazza è l'intro “Furie”, un pezzo strumentale di speed thrash metal molto ottantiano, con tanto di armonizzazioni maideniane in grado nuovamente di liberarmi dei miei precendenti pregiudizi solo per lasciare il posto ad altri, ed invece la band nell'evolversi delle tracce è ancora diversa; sono riusciti a gabbarmi di nuovo. La vera opener del disco infatti, “Incubi”, mischia con sapienza il thrash dei primi Megadeth con un riffing più moderno, che mi ha ricordato a tratti i Pantera o i Fear Factory, per poi, a seguito di un'altro stacchetto strumentale simile all'intro (a conti fatti questi strumentali risultano un po'troppo fuori contesto e fini a sé stessi) ripiombare in atmosfere anni 80, suggerite anche da una produzione che riporta alla mente i classici del thrash, con una batteria coraggiosamente acustica (tral'altro il batterista è molto preciso, quindi questa scelta si rivela vincente), chitarre taglientie basso quasi inesistente. Andando avanti coi pezzi l'anima “megadethiana” fa capolino a più riprese, nel riffing e negli stacchetti, oltre nel gusto melodico, anche se addolcita da un gusto per l'hard rock, anche grazie alle linee vocali di Alessandro Benedetti, il cantante-chitarrista; proprio sulla voce vorrei soffermarmi, le linee vocali sono quasi sempre convincenti, anche se a tratti (non so se volutamente o no) le melodie risultano acide e la voce in sé non è il massimo, lo stile è smaccatamente ispirato a Dave Mustaine, alto e strozzato, ma a volte le melodie vocali sono sin troppo acide, tanto che in alcuni pezzi alcune scelte in questo senso arrivano quasi a rovinarlo, ma indubbiamente sono tutte decisioni atte a tentare di dare originalità ai pezzi, quindi come tali vanno prese. Mi rendo conto che l'uso dell'italiano è coraggioso, perchè siamo abituati a sentire i pezzi in inglese, il più delle volte senza neanche soffermarci a capirli, per quanto la maggior parte di essi sia stupido nella stessa percentuale in cui lo sono quelli italiani, quindi so anche quanto sia difficile dare credibilità a dei testi metal in italiani, per non farli sembrare ridicoli; beh, direi che in questo senso l'esperimento è riuscito, tutto risulta naturale e non forzato, anche se ad essere sinceri non sempre mi sono sembrati interessanti.Adando avanti con l'ascolto fino alla fine dei 9 pezzi la vena hard rock della band prende il sopravvento, mostrando un'ulteriore sfaccettatura della band. La penultima traccia, “Solo con me” colpisce per la qualità, e l'inventiva, con belle melodie ed il miglior strumentale del disco, che partendo dalle sopracitate basi megadethiane mostra la tensione della band ad uno stile più personale, e direi che le basi ci sono tutte per sviluppare un discorso molto interessante. Chiudo citando la ghost track “Non mi avrai mai”, che forse è la mia preferita del disco! Una canzone melodica e classicheggiante, dal l'incedere terzinato come uno schiacciasassi, che conclude in maniera degna un album che si presta a più strati di lettura, che sarebbe potuto essere più omogeneo e che nonostante alcune scelte un po'discutibili mostra una band che una volta tanto ha qualcosa da dire, e consideriamo quest'album come una buona base da cui sviluppare le idee. Alla prossima!

Track by Track
  1. Le furie 60
  2. incubi 65
  3. speed II 50
  4. Noi per Noi 70
  5. C'è chi... 75
  6. Ancora Qui 50
  7. Qualcuno vedrà 70
  8. Solo con me 80
  9. Contro di Noi 65
  10. Non mi avrai mai 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
69

 

Recensione di AtoragoN » pubblicata il --. Articolo letto 1532 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti