Slow «IV - Mythologiae» [2019]

Slow «Iv - Mythologiae» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
31.12.2018

 

Visualizzazioni:
1780

 

Band:
Slow
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Titolo:
IV - Mythologiae

 

Nazione:
Belgio

 

Formazione:
- Déhà :: Guitars, Drums & Vocals
- Lore B. :: Bass, Lyrics, Concepts;

 

Genere:
Athmospheric Funeral Doom Metal

 

Durata:
1h 13' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
25.01.2019

 

Etichetta:
Code666
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Distribuzione:
Aural Music
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Agenzia di Promozione:
Aural Music (Promotion)
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Recensione

E’ quasi scioccante ascoltare questo disco per opera ed ingegno del duo belga degli Slow, acronimo di Silence Live Out/Over Whirlpool, autori di questo quarto lavoro oggi riproposto in una nuova edizione, rimasterizzata, remixata e contenente una bonus track. Il lavoro, per chi non conoscesse questa band, si incentra in un Athmospheric funeral doom metal, molto lento ma profondo sia nel sound che nelle atmosfere tipiche dell’oltretomba. L’ascolto del lavoro, anche se nella sua totalità strumentale, nota dopo nota dà l’impressione di udire direttamente le voci dei dannati dal regno dei morti che vorrebbero al più presto espiare le proprie colpe per porre fine all’eterna sofferenza a cui sono stati condannati. Le atmosfere sono funeree e grigie, lente come un dolore inarrestabile che ti tormenta sino a condurti al delirio e alla follia; il growl, quasi in grugnito, fomenta non poco quella marcia verso un ignoto, privo di ritorno, strutturato dal duo. Non andature fangose ma nitide, lente, quasi a scandire nota dopo nota una prossima, imminente fine. I sei brani, non meno lunghi di dieci minuti ciascuno, avviano l’agonia indotta quasi inaspettatamente da “The Standing Giant” dove un doom lento, supportato da corali di morte resi dal synth e da un growl in assetto disperato danno sin da subito l’idea di cosa ci si aspetterà anche per i successivi brani; anche “The Drowing Angel” dà l’impressione di un cerimoniale funebre tetro, oscuro, dannato da quale misteriosa presenza demoniaca che lascia spazio a forti collegamenti immaginari con il mondo dei morti; le melodie lentissime, vengono a metà brano scandite da una serie di note che rendono ancora più tetro l’ambiente funereo realizzato; ottima anche “The Suffering Rebel” aperta da un nuovo scenario atmosferico, appena meno lugubre dei precedenti, all’interno del quale un terribile growl si alterna con voci clean; l’ascolto prosegue con “The Dying God” un brano quasi spirituale ma pur sempre scandito da note decise e tetre dove un clean sfumato viene costernato dalle note di una chitarra elettrica e da un synth in sottofondo poi sopraffatti da un growl quasi gutturale su un tappeto di note soavi; “Sorrow’s Shadow” apre con distorti ritmicamente lentissimi dove il potentissimo growl sembra voler annientare le note nuovamente appoggiate da un sottofondo atmosferico molto toccante; conclude “The Break Of Dawn” altro brano aperto da sonorità atmosferiche scandite dalle note di un pianoforte nuovamente triste e malinconico sviluppato di seguito su una lentissima base doom.Un disco eccelso che coinvolge chiunque tra le proprie deliranti, oscure e dannate maglie.

Track by Track
  1. The Standing Giant 90
  2. The Drowing Angel 90
  3. The Suffering Rebel 85
  4. The Dying God 85
  5. Sorrow’s Shadow 80
  6. The Break Of Dawn 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
85

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 31.12.2018. Articolo letto 1780 volte.

 

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