Intervista: Echotime
Ciao ragazzi, benvenuti su MetalWave, è la prima intervista sulla nostra webzine, raccontateci un po’ chi sono gli Echotime.
Alex: Alex Kage alla voce
Andrea: Andrea Bana chitarrista
Filippo: Filippo Sasha tastierista
Stefano: Stefano Ego Antonelli al basso
Face: batteria, percussioni e tanto brasile ehehe (Andrea: batteria è il cognome, ahaaha)
Alex: la nostra base logistica è ad Urbino anche se siamo tutti un po’ sparsi, ad ogni modo riusciamo a collaborare, a lavorare bene. La band nasce nel 2002, giusto Face?
Face: eeeh sembra ieri..
Alex: l’abbiamo fondata io e il batterista nel 2002 come cover band, o meglio, abbiamo iniziato come band inedita ma eravamo troppo giovani, avevamo una ventina d’anni, era un po’ troppo presto per pretendere un certo valore artistico su materiale inedito, abbiamo provato, abbiamo visto che la strada era molto molto difficile già allora per poter suonare dal vivo così e abbiamo deciso di iniziare a fare cover per poter girare, fare gavetta e suonare il più possibile.
Face: ci vuole un po’ di maturità per scrivere determinate cose, altrimenti peschi sempre dal calderone delle cose più comuni. E soprattutto devi avere un messaggio da trasmettere!
Andrea: ci sono tanti aspetti da curare quando si scrive un brano, è chiaro che ci vuole tempo, ci vuole stabilità della line up, questa è fissa da ormai 5 anni, siamo cresciuti insieme, poi man mano le cose vengono dallo studio, dall’esperienza, dal conoscersi..
Filippo: Adesso la band si è sdoppiata, vogliamo sottolinearlo perché spesso non è molto chiaro: ECHOTIME che prima era una cover band, adesso è un progetto inedito e continuiamo come cover band con gli ECHOVERTIME (bel gioco di parole, no?), siamo sempre noi cinque però facciamo soltanto cover, invece quando usciamo come Echotime (come stasera), suoniamo esclusivamente brani inediti.
Andrea: E’ questa l’anima della band, il modo in cui possiamo davvero esprimerci attraverso i brani
Filippo: continuiamo a fare le serate cover, una cinquantina l’anno, principalmente per finanziare tutto il nostro progetto inedito
Alex. Visti i tempi che corrono..
Face: ma poi anche per una questione di fan, alla fin fine riesci ad avere un bacino d’utenza doppio
Andrea: spesso ti conoscono come gruppo inedito perché son venuti a vederti come cover band, conosci manager, promoter.
Questo è un messaggio che andrebbe lanciato a chi critica le cover band, perché è vero, è triste rifare i brani degli altri (al di là che possa essere divertente o triste dipende da come la prendi)
Alex: ma ti insegna anche tanto, capire come è scritto un brano dei Dream Theater e studiare un brano di Bon Jovi ti dà l’idea di due modi differenti di comporre, abbiamo sempre puntato ad un repertorio larghissimo, tutta la trafila del rock dagli anni ’70, dai Led Zeppelin in poi, diventa uno studio di come variano le sonorità, l’elettronica messa in determinati contesti.. saremmo maniacali noi, però ci piace.
Stefano: crescendo abbiamo riarrangiato i brani (cover) perché non ci limitavamo a riprodurli
Face: Molto spesso quello che manca alle band in sede live è proprio il saper suonare bene insieme i propri pezzi, molto spesso ci sono sezioni ritmiche che non pigiano, un cantante che sa fare determinate cose e altre no, invece lavorando di gavetta sulle cover inizia ad esserci una coesione a livello musicale abbastanza forte e ciò ti permette di scrivere in maniera molto più semplice quello che vuoi esprimere: già sai chi hai di fianco.
Alex: è quello che sta succedendo adesso, abbiamo cominciato a mettere le mani sul secondo disco. “Genuine” ci sta dando molte soddisfazioni, abbiamo fatto delle scelte grazie a Marco Verucchi, il nostro manager e promoter, e ci ritroviamo ad aprire per band di un certo calibro, metterci in luce su palchi dove possiamo dare il meglio, non nel pub da cover band d’intrattenimento. Lo facciamo anche contro le nostre richieste economiche, ma è una scelta artistica giusta e azzeccata, gli stiamo dando ragione, abbiamo aperto per i Ghost B.C., oggi per i Circus Maximus, il teatro.. ambientazioni che si sposano bene col discorso di Genuine.
Andrea: Il nostro concept è qualcosa di visivo e musicale allo stesso tempo quindi è importante rappresentarlo, io spesso non lo considero un concerto ma quasi una rappresentazione teatrale.
Una situazione consona lo valorizza al 100%, non per essere boriosi però è qualcosa che va rappresentato in una determinata condizione mentale e visiva, altrimenti non rende allo stesso modo.
Facciamo un po’ una selezione ma sinceramente ci piangerebbe il cuore nel vedere un’opera teatrale fatta in un bar.
Stefano: in giro c’è questo modo un po’ superficiale di far le cose, è stato un disco molto combattuto, ci teniamo al fatto che venga espresso al meglio e nei posti giusti.
Come vi siete regolati con la trasposizione live di Genuine? (Perdiamo due elementi, basso e chitarra, per esigenze tecniche di soundcheck..)
Filippo: è un concerto molto teatrale, abbiamo anche dei costumi di scena per rendere l’atmosfera che vuole essere espressa da Genuine: post apocalittica, un po’ steampunk, una corrente che ci ha ispirato tanto
Alex: involontariamente, perché io non sapevo nulla di steampunk..
Filippo: ehehe c’è la parte più nerd degli Echotime che segue queste cose e ci siamo accorti che quello che volevamo rappresentare nella nostra testa calzava alla perfezione con questa atmosfera e abbiamo creato una scenografia particolare, ci sono delle piccole scene “recitate” all’interno del concerto proprio per dare quest’immagine teatrale, il disco è la colonna sonora di una film che abbiamo immaginato.
L’avevo definito come “colonna sonora per una favola post moderna”..
Alex-Filippo: grazie! E’ esatto.
Filippo: per fortuna qualcuno l’ha capito perché noi abbiamo sempre avuto questo dubbio, questa paura..
Face: stasera non ci saranno, però abbiamo una serie di video che proiettiamo all’interno dei brani in modo tale che le persone sappiano quello che vanno a vedere, alla fine le esperienze viste e fatte dai grandi pionieri come i Pink Floyd o Roger Waters sono azzeccate, avevano ragione, immagini proiettate al’interno del concerto rendevano la dimensione in cui si voleva andare, per essere circondato da quello che vuoi raccontare, per evitare la staticità.
Filippo: tutto converge, l’immagine, i video, il nostro vestiario, le parti recitate, noi che suoniamo, si focalizza tutto sul messaggio.
Fondamentalmente uno che viene a vederci suonare non va soltanto ad un concerto metal, il metal c’è, ci piace suonarlo, il riffone ci gasa, ma non c’è solo quello.
C’è un inquinamento di atmosfere, stacchi orchestrali, proprio come se fosse una colonna sonora di un film, siamo cantastorie più che musicisti ormai.
Alex: per esempio abbiamo scritto un brano con una base ritmica in stile latin, magari chi non conosce bene il genere sente che è un riff batteristico strano però è una cosa voluta, che unita alle sonorità massicce e cattive rende il brano nel complesso un po’ strano, unico
Filippo: a noi non piace definirci in un determinato genere, i nostri brani sono uno diverso dall’altro, se ci chiedono “che genere fai?” Di solito la mia descrizione è “la colonna sonora di Metal Gear Solid fatta metal” ehehe
Alex: in questo siamo stati dall’inizio tutti coesi, una movie metal band, lo scopo era creare un film musicale
Filippo: ci sono brani più power metal, alcuni più sinfonici, alcuni più industrial, più rock
Alex: proprio come in una colonna sonora
Ho letto che vi hanno definiti una band cinematic prog metal...
Alex: si, io al tempo avevo detto movie metal band, era un definizione un po’ più generica
Filippo: è bello che venga colto ogni lato della cosa, molti ci dicono “ah si, questi fanno prog metal , questi sono più alla Avantasia”, alla fine nessuno ha capito niente di quello che facciamo, neanche noi fondamentalmente (ride) perché appunto non c’è niente da capire, c’è da ascoltarlo e basta questo disco (Alex: e immergersi nei brani, nei testi, nella storia), è un album che lascia all’ascoltatore la libertà di interpretare la storia, le sonorità.
Face: come i cantastorie e i giullari che raccontavano quello che succedeva in una chiave un po’ diversa, come una storia, noi abbiamo fatto lo stesso, è più difficile ma è più calzante, parlare di qualcosa che ti succede davanti agli occhi, che tutti vedono ma che magari nessuno, o per motivi personali o perché forse non ha la consapevolezza reale di quello che succede, vuole raccontare.
Noi la vogliamo raccontare.
Filippo: una cosa che mi piace dire spesso è che io mi sento più cantastorie che musicista, per quanto mi piaccia fare il musicista però è proprio la passione del descrivere qualcosa, è tutto molto descrittivo, noi vogliamo descrivere una sensazione, un’atmosfera, un’ambientazione, senza pensare “ah no sta cosa qui non c’entra niente”, no, se descrive la nostra immagine c’entra eccome.
Alex: con una tecnica mai troppo banale, con dei pattern ritmici non troppo banalizzati, in chiave tecnica, non esasperante alla Dream Theater.
Andrea: tutto misurato e bilanciato, a seconda di cosa devi scrivere, un momento di tensione, un momento romantico.
Tornando un attimo ai generi, una delle frasi più belle che vi hanno dedicato tra le recensioni che ho letto è che Genuine è stata un’opera discografica capace di abbattere i confini tra i generi musicali, secondo me un è un complimentone..
Filippo: Esatto, è proprio quello che volevamo arrivasse.
Alex: era anche la nostra più grande paura però, che non c’avrebbe capito niente nessuno (Filippo: rischiava di passare per un mischione di roba a caso no? E invece è tutto molto pensato), noi lo vedevamo proprio così, nell’insieme , poi abbiamo pensato “quando arriverà agli altri, come arriverà?”
Per il secondo album si parlava di mantenere quest’idea...
Alex: sempre del film, sempre di musica per immagini, descrittiva.
Filippo: è una storia già scritta, le prime idee si stanno sviluppando, siamo già a buon punto rispetto a Genuine, che è nato molto di fretta per certe cose e sicuramente abbiamo sbagliato tanto, abbiamo discusso tanto; adesso ci conosciamo meglio, dopo la prima esperienza compositiva insieme conosciamo i nostri limiti, sappiamo come porci uno nei confronti dell’altro quindi siamo molto più affiatati.
I brani stanno venendo fuori molto naturalmente, molto d’istinto.
Alex: l’immagine c’è, in Genuine alcune immagini non erano sempre a fuoco per cui è stato un pochino più difficile partorirle.
C’erano molti pareri diversi
Filippo: ma alla fine siamo riusciti a scamparla in qualche modo, per questo disco io la vedo molto più rosea, siamo molto più rilassati.
Come gestite la fase compositiva?
Alex: ognuno un po’ a modo suo, ci interscambiamo molto, ognuno si confronta con l’altro.
Filippo: abbiamo un modo di collaborare molto particolare, non lavoriamo mai tutti e cinque contemporaneamente su una cosa. Per Genuine per quasi la metà dei brani ci trovavamo io e Alex: lui mi dava qualche input, idee di parti vocali e gli costruivo il riff sulla sua parte vocale (sono anche chitarrista), ci arrabattavamo un po’, alcune cose sono nate insieme, alcune soltanto da me, alcune solo da Andrea, Federico i pattern ritmici.
Il brano strumentale ad esempio l’abbiamo scritto io e Face ed è l’unico che abbiamo fatto insieme
Face: avendo tante storie differenti a livello culturale ognuno di noi si trova bene. È come se fosse un discorso che viene fatto da tante persone, io racconto la mia versione e mi confronto con chi ho davanti in modo da fondere le cose.
Filippo: è un lavoro fatto tutti insieme ma ognuno per conto suo allo stesso tempo, ad esempio, molte parti di tastiera erano abbozzate e Andrea che è un bravissimo orchestratore, un bravissimo arrangiatore, ha creato il sound, il che è strano perché lui che è il chitarrista e scrive le tastiere e io che sono il tastierista scrivevo i riff a caso di alcuni brani..
Andrea: l’orchestra è predominante in un disco come questo, caratterizza il suono Echotime , è un collante, è una cosa in grado di distinguerti, c’è una ricerca molto intensa sull’orchestrazione, sull’elettronica, sugli arrangiamenti tastieristici.
Filippo: aveva senso farli fare all’unica persona molto competente che è Andrea. È riuscito a incollare brani che spesso cozzavano molto tra di loro, io e lui abbiamo stili compositivi molto diversi e quindi farli rientrare tutti in uno stesso contesto senza farli sembrare un’accozzaglia di roba è stato un lavoro molto difficile.
Dal punto di vista compositivo siamo anomali, per molte band c’è una “testa” che compone tutto e gli altri ci mettono il suono, noi invece, nonostante sia tosto e difficile, ognuno ci mette del suo anche in campi che non sono i suoi.
Io spesso scrivo delle chitarre, il bassista spesso scrive dei testi, li ha scritti tutti lui praticamente, diciamo che c’è un 20% di ognuno di noi all’interno del disco.
Face: ci sono stati diversi problemi scaturiti comunque dal confrontarsi, se devi raccontare una storia che riguarda il reale, sul reale ognuno ha una sua idea.
Filippo: avevamo paura che il pubblico non recepisse niente di quello che volevamo dire, noi facciamo la colonna sonora sul film che ci immaginiamo no?
Quindi su certe immagini che abbiamo nella testa e spesso la gente non capisce cosa sta succedendo in realtà..
Alex: che poi è forse anche il prezzo da pagare per fare le prime uscite inedite quando c’è l’inesperienza, o ti bruci subito o prendi un’impennata..
Proporre un concept come prima uscita è impegnativo...
Alex: Esatto, ce lo dicono tutti, ogni volta che inizia una recensione inizia con “il concept ambizioso”.
Filippo: siam tutti molto contenti di come stanno andando le recensioni, di come molti stranamente abbiano capito nonostante noi non ce l’aspettassimo.
Alex: una cosa importante che ci rende onore e abbiamo deciso di non fare anche nel secondo disco è mettere le special guest, perché sincerante venir fuori per merito di personaggi pagando certe cifre per avere nel disco qualcuno che poi alla fine non è manco meglio di te, su questo son polemico..
Filippo: spesso è una trovata pubblicitaria, “ah qui ha suonato/cantato tizio e caio, che bello, allora lo vado ad ascoltare”.
Andrea: c’è molto della nostra anima in questi brani che facciamo quindi perché farli fare anche a qualcun altro?
Riflessioncina sul panorama italiano attuale…
Filippo: noi pensiamo di cercare in modo worldwide, di non pensare all’Italia, pensiamo in modo globale.
Alex: anche nei posti in Europa in cui siamo stati, stessa storia, tutti dicono la stessa cosa.
Filippo: è una merda dappertutto fondamentalmente, a noi non ci frega niente, noi facciamo la nostra musica, che poi venga apprezzata in Giappone, in Italia o in Corea o dove capita non ci importa, speriamo solo che qualcuno colga tutto ciò.
Face: anche perché il banco di prova non è l’Italia, il banco di prova è l’Europa, il mondo: ti devi divertire, a scrivere soprattutto. Molte band italiane, secondo me, sono molto standard e forse molte volte non gli piace neanche quello che fanno.
Filippo: voglio dire una cosa, ora mi incazzo e divento polemico, io non sopporto più il modo di fare di certi musicisti che fanno qualcosa perché va, perché è figo, perché è un clichè, “faccio il gruppo fotocopia dei pinco pallino perché vanno un casino”: ok, allora a quel punto lì dovresti prendere lo strumento, buttarlo nel bidone e andare a lavorare.
Andrea: come è stato un po’ per il metalcore (niente da dire al genere eh).
Filippo: Noi cerchiamo di toglierci da questo panorama perché fondamentalmente non ci guadagniamo praticamente nulla a suonare questo genere, non lo facciamo per il successo, lo facciamo perché ci piace, ci investiamo tanto, ci crediamo tanto.
Ho notato che avete una grande attenzione per la promozione online..secondo voi si va verso la digitalizzazione della musica e non avrà più senso stampare i cd fisici?
Andrea: non totalmente, è bello averli in giro un po’ come reliquie.
Face: è bello scartarli!
Alex: per me bisogna tornare al vinile, l’ho sempre detto, bruciare tutto il digitale e tornare al vinile, è l’unico modo per far rinascere la discografia in modo che la gente non abbia neanche voglia di convertire la musica e investa davvero nelle band.
Face: la gente dovrebbe rallentare un po’, la musica deve essere ascoltata non sentita.
Alex: io ultimamente ho ricomprato dei vinili ai mercatini, il bello di scartarli e sentirne l’odore..
Filippo: come il pacchetto di figurine quando avevi 5 anni! Però puntiamo anche sul digitale per non rimanere indietro, su Spotify ci sono alcuni brani, su Soundcloud si possono ascoltare gratuitamente.
Face: ricordo che quando ero ragazzino dovevo mettere da parte un po’ di soldi per potermi permettere la musica, averne troppa è come non averla, ti distrugge, subentra il fenomeno dell’usa e getta, comprarla, magari con dei piccoli sacrifici ti porta a godertela di più, ad ascoltarla a fondo.
Filippo: ora il tasto più pigiato è lo skip, neanche al ritornello si arriva. Io per primo eh.
Alex: ci si ferma al suono non al concetto, diventa un ascolto molto superficiale.
Face: E spesso non si conosce la storia che c’è dietro a determinati brani o band.
Filippo: come fai a definire un artista come Devin Townsend da un solo brano? O da un solo album? Devi entrare nel suo mondo, nella sua dimensione, lo stesso vale per i Queen, Pink Floyd..
Alex: ultimamente io ho rispolverato “A Night at the Opera”..
Filippo: Disco che per noi è legge, perché è proprio quello che vogliamo fare.
Alex: Poi magari dopo ascolti che ne so, Evergrey o Disturbed, roba completamente opposta, e da questa fusione ci ritroviamo in sala prove, parti dall’extreme a roba cubana o Sting o jazz, so che siamo un po’ fuori…Andrea sta componendo anche musica per film, ha partecipato allo spot dell’Alfa Mito, per dire che spesso e volentieri ci sentiamo un po’ fuori dal sistema “metallo”, siamo visti come quelli un po’ strani, abbiamo una mentalità più open e quindi fatichiamo ad entrare in certi canoni.
Filippo: la nostra musica è qualcosa che ti ricorda un po’ tutto e un po’ niente, alla fine viene fuori sempre un contesto metal però con tante influenze e a noi piacciono quasi più le influenze che il metal..
Face: perché comunque sia cresci, parti da una base prettamente rock o metal, poi piano piano ascoltando, studiando, mettendoti anche alla prova, capisci che ti piace di più magari il jazz, magari il latin oppure comporre per orchestra.
Filippo: ci sono dei giorni in cui ti piace fare del metallo “fraido”, ti piacciono gli Immortal ahahah e poi il giorno dopo ascolti Sting.
Prossimi obiettivi?
Filippo: finire questo disco, abbiamo già lo studio prenotato per agosto se non erro, siamo già a buon punto, ispirati e abbastanza gasati.
Andrea: proseguire comunque sulla linea Genuine, cambia la storia e cambia la musica chiaramente.
Filippo: per la composizione resta un progetto prodotto a 10 mani, ma ogni coppia di mani lavora per conto suo, ognuno può dire la sua in qualsiasi ambito, non è una semplicissimo ma ne vien fuori qualcosa di più gratificante.
Face: hai scaricato il gioco?
Ehm...no…
Face: male, male!eheh
Filippo: è disponibile sul sito ufficiale un giochino, gratuito, che nato dall’idea di far chiarezza su alcune parti del concept che sono molto metaforiche, poichè sono un nerd da quando avevo due anni e avevo per le mani questo programmino per fare i giochini (di ruolo stile Final Fantasy), ho deciso di farne uno usando la storia del disco, con le colonne sonore che sono i brani rifatti con i suoni del Nintendo tipo Super Mario (quello è il colpo di genio secondo me, e io sono un genio, ahahaha) è un po’ uno stile retrò che ti può portare, facendoti due risate, a scoprire molti avvenimenti che non erano particolarmente chiari, o meglio, abbastanza metaforici.
Una trovata pubblicitaria divertente per farsi due risate e capire meglio Genuine, scaricatelo che è gratis!
Alex: e ricordate che Filippo ha riscritto le musiche in 8 bit come Double Dragon..
Filippo: l’abbiamo già detto dodici volte, lo sappiamo che vuoi nominare Double Dragon!
Alex: Storico, con le 200 lire, ci giocavo al mare..
Ok, ragazzi grazie per questa chiacchierata e buon concerto!
Echotime: grazie a te e a MetalWave, è stato un piacere, speriamo di poter avere altre occasioni per poter parlare a ruota libera, siam chiacchieroni, eheheh .
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Intervista di Elbereth Articolo letto 2753 volte.
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