Impaled Nazarene + Master + Stoneman + Threnodial

Data dell'Evento:
06.05.2006

 

Band:
Impaled Nazarene
Master
Stoneman [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Stoneman [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Stoneman [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Stoneman
Threnodial [MetalWave] Invia una email a Threnodial [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Threnodial [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Threnodial

 

Luogo dell'Evento:
Sonar

 

Città:
Colle Val D’Elsa (SI)

 

Promoter:
Metalmillennium [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Metalmillennium

 

Autore:
Jerico»

 

Visualizzazioni:
3300

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Nessuna Descrizione I finlandesi Impaled Nazarene fanno questa sera tappa al Sonar di Colle Val D’elsa (SI). In un’atmosfera circondata dalla dolce tranquillità delle colline toscane ci troviamo di fronte ad uno show compattamente brutale dedicato agli amanti del death/black metal. Fortunatamente, abituato a vedere nel passato i locali dove facevano esibire band di questo calibro questa volta il posto e’ davvero accattivante e dotato di buoni tecnici del suono che insieme con i titolari sono stati veramente cordiali con tutti i partecipanti allo spettacolo. Cominciamo subito con il concerto allora:

Ad aprire le danze sono stati i savonesi Threnodial complici di un death/thrash metal che non spicca certo di novita’ o doti tecniche particolarmente ricercate ma che mostrano comunque una buona attitudine da live show in particolar modo del batterista Adriano che sembra una vera macchina da guerra. E pensare che prima suonava liscio! L’assenza di un bassista da parte del gruppo fatto curioso per il sottoscritto li porta alla ricerca di un sound cupo e di una particolare stilicità nei pezzi suonati. Canzoni come Sacrifice, Loosin’ Sanity, Food For Worms e Deep Abyss filano via velocemente sul pubblico sottostante al palco che comincia ad accennare un po’ di movimento con l’head-banging. Last Light On Earth (la penultima canzone e secondo me la migliore) é stata di una buona compattezza di suono in special modo fra le ritmiche tra Maurizio e Riccardo (i due chitarristi) coadiuvati dalla brutal voice di Alessio che poi ci lascia con l’ultima song Hisanthropical.

Dopo la ventata del metallo italiano tocca ai nostri cugini d’oltralpe e cioé gli svizzeri Stoneman che ci portano con il loro debut album “Sex-Drug-Murder” un mix di industrial-gothic metal condito con decisive influenze ai “Nin”, “Samael” e “Marilyn Manson”. Devo dire che non e’ un tipo di sound che ascolto molto ma i ragazzi cercano di darci dentro fin da subito. Purtroppo però come sempre gli incovenienti capitano e a cominciare dalla prima canzone “Goodbye And Fuck You” l’impianto tecnico salta per dei problemi alle tastiere di dave. Cosicché costretti ad aspettare cinque minuti che per loro sembrano interminabili sono costretti a passare a “Devil In A Gucci Dress” continuando poi con “Stoneman” e “The Madman Song”. La particolare convinzione live del cantante Mikky Chixx dopo incovenienti di questo tipo tuttavia fa’ si che la band finisca il suo show con due canzoni che al sottoscritto sono veramente piaciute quali “Atomic Holocaust” e “In My Arms”.

Qualche minuto per il cambio palco e arrivano dalla repubblica ceca i “Master” capitanati da Paul Speckmann cantante e bassista della band. La band formatasi inizialmente in america nel 1985 e avuto vari cambi di line-up tuttora attivi in repubblica ceca presenta un death metal particolarmente cupo e rabbioso al tempo stesso dotato di una certa staticità. Iniziano subito con “Race To Extincion” passando poi con “Shoot To Kill” e “Master” (canzone che da poi il nome al gruppo nda.). Sotto il palco infatti gli spettatori sono abbastanza entusiasti per la band anche se qualcuno fra il passaggio di “Judgement Of Will” e “All We’ve Become” comincia a gridare “Impaled!! Impaled!!” essendosi fatta ormai mezzanotte e mezza. I Master comunque non ci fanno neanche caso e tartassano i sottostanti sviolinando a raffica “Does One Feel Pain”, “Mangled Dehumanization” e “Funeral Bitch”. Credo che comunque il pogo maggiore dei metallers per la band c’è stato con l’inizio di “Unknown Soldier”, canzone fatta di ottime ritmiche pesanti e molto carica di energica rabbia. la barbarie finale arriva poi con “Cut Through The Filth” accolta da un ovazione e “Let’s Start A War” che conclude definitivamente il loro concerto.

Cambio palco finale e arrivano finalmente gli “Impaled Nazarene” che il sottoscritto aspettava pazientemente. Forti del loro ultimo album “Pro Patria Finlandia”, il combo blackster di helsinki inizia a suonare a serramanetta all’una di notte con “Weapons To Tame A Land” (forse uno dei brani più lunghi e complessi ideati dai nostri) preceduta prima da “Un Intro” ma nelle prime file sotto al palco i ragazzi sembrano tutt’altro che stanchi. anzi sembra quasi che il concerto inizi ora. seguono poi “Goat Sodomy”, “Motorpenis” e “Penis Et Circes”. I suoni sono perfetti, potenti, abrasivi e con quel tocco di marcio di matrice punk che contraddistigue da sempre le composizioni del five-piece finlandese. Mikka Luttinen senza dare molto spazio a discorsi o happening urla poi la grandiosa “for those who have fallen” seguita poi senza interruzioni da “Blood Is Thicker Than Water”. Sulla folla sottostante, dominano le urla strazianti e cariche di perversa autorita’ di Mikka Luttinen seguite dal basso distorto di Mikael Arnkil. La doppia cassa di Reima Kellokoski si fa sentire poi con “I Am The Killer Of Trolls” e “Psikosis”. Le chitarre di Jarno Anttila e Tuomo Louhio producono riff dalla ferocia primordiale e seviziatrice per brani come “Goat Perversion”, “I Wage War”, “Zero Tolerance”, “The Maggot Crusher”, “Humble Fuck Of Death” e “Let’s Fucking Die”. Piccolo spazio di ripresa alcolica per il quintetto scandinavo e si ricomincia l’apocalisse con “Kut” (preceduta da un intro) e “The Lost Art Of Goat Sacrificing”. Durante la loro esibizione la pulizia tecnica di alto livello sonoro profusa andava ad aumentare la forza d’urto delle track sganciate tra le quali “The Crucified”, “Something Sinister”, “Kuolema Kaikille” e “Hate Despise Arrogance”. A questo punto la macchina da guerra finladese ci saluta ma il pubblico continua ancora ad urlare “impaled!! Impaled” cosicche’ c’e’ ancora spazio per un ultimo track-trio combattivo come “Armageddon Death Squad”, “Condemned To Hell” e la finale “Sadhu Satana”.
Devo dire che mi sono particolarmente divertito stasera perché era un concerto che aspettavo da tempo e poi perché come ho detto inizialmente il locale era di ottima qualità certamente dettato poi dal fatto che esibizioni di gruppi come questa sera lasciano il segno al buon ricordo.

(Recensione di Cristiano Folcolini)

 

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