Rise To Addiction «A New Shade of Black for the Soul» (2007)

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EMPEROROFTHESUN »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1612

 

Band:
Rise To Addiction
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Titolo:
A New Shade of Black for the Soul

 

Nazione:
Inghilterra

 

Formazione:
Leigh Oates – Vocals
John Slater – Lead & Rhythm Guitar
Steve Wray – Lead & Rhythm Guitar
Joel Graham – Bass
Aynsley Dickinson – Drums and Percussion

 

Genere:

 

Durata:
59' 49"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2007

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Rise To Addiction sono una delle nuove new sensations della Gran Bretagna, nati per volontà dei chitarristi John e Steve, che hanno fatto parte dei Blaze, dell’ex Iron Maiden Blaze Bayley. L’album si apre con una breve introduzione che lascia presagire bene, per poi partire alla grande con l’ottima parte strumentale di ‘Cold Season’ che per un momento ci lascia credere di trovarci di fronte ai Metallica del nuovo millennio, ma purtroppo come tutte le belle cose, anche questa è destinata a durare poco, l’entrata in scena del singer spezza la magia, con una voce poco consona alla musica. Purtroppo con il procedere delle canzoni l’impressione tende a svanire del tutto, perché anche la musica si affievolisce, diventando adatta alla voce del singer, che gioca molto sulle melodie. Sicuramente questa potrà essere una band che magari uscirà col botto, perché sostenuta dai grandi magazine inglesi come Kerrang e Terrorizer, e pompata dalla loro etichetta che, niente poco di meno, ha affidato la produzione di questo ‘A New Shade of Black for the Soul’ a Mr. Andy Sneap (Machine Head, Opeth, Trivium). Un buon brano è ‘Falling as One’ che vede una buona sezione ritmica fare da protagonista e dei riff che però sembrano scopiazzati da altre decine di band. Tuttavia più si va avanti con l’album più i brani diventano melodici, e adatti a essere delle hit radio, come del resto pare che siano già in Inghilterra. Diventa dura riuscire a sorbirsi l’intero album, data anche la sua durata prossima ai sessanta minuti, e alcuni brani come ‘One Sweet Minute’ o ‘Everlasting Wave’ che superano i sei minuti, che ci fanno sprofondare in una noia incredibile. Non mi sento di consigliarlo a nessun metal fan, magari solo a coloro che apprezzano pseudo band come Bullet For My Valentine et similia. Peccato davvero, perché l’illusione di quei primi minuti adesso scotta.

Track by Track
  1. A New Shade 75
  2. Cold Season 75
  3. Moth to a Flame 72
  4. Falling as One 71
  5. Low 63
  6. One Sweet Minute 65
  7. This Ride 66
  8. Everlasting Wave 65
  9. I Follow 66
  10. To a God Unknown 67
  11. Fessonia 65
  12. The Hive 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 74
  • Originalità: 72
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
70

 

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