Sadako «Hikikomori» (2007)

Sadako «Hikikomori» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Maglor »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Sadako

Titolo:
Hikikomori

Nazione:
Austria

Formazione:
marx: vocals, synth, sampling, production
benji: bass, synth, sequencing, sampling
tom: guitars, programming
rene: guitars
david: drums, programming

Genere:

Durata:
49' 6"

Formato:

Data di Uscita:
2007

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

La band si chiama Sadako, come una ragazzina vittima della bomba di Hiroshima, molto famosa nella propria nazione. Il disco Hikikomori, nome che viene dato a quegli adolescenti “problematici” giapponesi che si ritirano dalla vita sociale per chiudersi in casa tra videgoichi e internet. Abbiamo quindi a che fare con la nuova sensazione dal paese del sole levante? Niente affatto, i cinque ragazzoni che formano questa band nata nel 2003 sono decisamente europei, e più precisamente austriaci. Anche la musica è prettamente “occidentale”, una miscela di metalcore e industrial che scorre veloce, rabbiosa e potente dalle casse dello stereo per tutti i quasi 50 minuti di durata del CD, lasciando talvolta spazio a rallentamenti e parti elettroniche d’atmosfera che fanno capolino qua e là (come nel primo capitolo della suite “La Ultima Hora Book II”). Il suono del disco è buono, con chitarre ultra distorte e compresse che costruiscono un “wall of sound” compatto e massiccio (forse troppo, tanto da mettere un po’ in ombra gli altri strumenti, basso in primis) e un generale feeling estremamente moderno, direi quasi futuristico, accentuato dai vari inserti elettronici alcuni quasi da drum ‘n’ bass.
L’abilità strumentale della band è buona pur senza mostrare particolari picchi, che comunque nel genere non sono richiesti, discreta è invece la prova vocale di marx, il quale sembra un po’ un Hetfield più incazzoso, con alcun passaggi “urlati”, ma che non risulta particolarmente carismatico, complici anche linee vocali non sempre pienamente convincenti. Ospiti anche alcune vocalist femminili che danno ulteriore colore e varietà al tutto.
I Sadako si impegnano evidentemente in una ricerca di soluzioni personali e in un qualche modo avanguardistiche, ricerca che però al momento non sembra a mio parere portare a una sintesi realmente compiuta, infatti il risultato finale non sempre riesce a coinvolgere l’ascoltatore come dovrebbe. Attenzione, non siamo affatto davanti a un brutto disco, anzi, ci sono episodi decisamente riusciti, come il primo vero brano “Of Butterflies…”, la successiva “The Blink of an Eye…” e la tellurica “Insects”. È sui cinquanta minuti di durata che può diventare difficile mantenere alta l’attenzione, attenzione che si perde soprattutto nelle parti più sperimentali, le quali dovrebbero essere quelle che permettono di “tirare il fiato”, ma che non sono sempre all’altezza della situazione (vedasi “Ikuko”) e che pur non essendo brutti brani in sé abbassano la media del disco, complice una prova vocale non sempre convincente al 100% in quei frangenti.
Si usa dire che il terzo disco è la prova del fuoco per ogni band, quello dove viene raggiunta la maturità artistica. Bene, Hikikomori è la seconda opera per gli austriaci Sadako ed è effettivamente un buon lavoro, con notevoli potenzialità di crescita che, se verranno sfruttate, potranno portarci una band di grande livello; vediamo come si giocheranno le loro carte. Per ora posso consigliare Hikikomori a chi ama le sonorità rock e metal più moderne, cattive ma non troppo, cariche di una buona dose di energia e di campionamenti. L’unico accorgimento da prendere a parer mio è quello di non assumerlo tutto in un'unica dose, ma di razionarlo, almeno all’inizio, per facilitare l’assimilazione.