Spearhead «Decrowning The Irenarch» (2007)

Spearhead «Decrowning The Irenarch» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1477

 

Band:
Spearhead
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Titolo:
Decrowning The Irenarch

 

Nazione:
Inghilterra

 

Formazione:
Barghest - Bass, Vocals
Nephilim - Lead Guitar
Invictus - Rhythm Guitar
Vortigern - Drums

 

Genere:

 

Durata:
38' 12"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2007

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Abbandonato parte dello stile black metal, il face painting, alcune inflessioni della chitarra e la voce, tornano gli Spearhead, inglesi, con il loro lavoro più riuscito di sempre. Death metal all'ennesima potenza, selvaggio come pochi, devastante come un cataclisma. In grado di citare contemporaneamente gli episodi più felici del passato di gloriose band della seconda metà degli anni '80 e con uno stile brutale e moderno da fare invidia a gruppi più recenti. Immaginate la malignità dei riff di Possessed e Slayer inseriti a fuoco in blastbeat eseguiti a velocità talvolta inimitabili, di scuola Morbid Angel, con un'attitudine grindcore che riporta in mente i più dilanianti Carcass. Così come in ambito vocale non troviamo il solito growl da fogna intasata, merito, lo sappiamo, più degli effetti che delle tonsille, ma un ruvido vocalizzo, che non può non ricordarci i primissimo David Vincent oppure Jaff Walker, giusto per fare due nomi. Un album senza pietà che ha nelle composizioni quella freschezza e genuinità che troppo spesso in altre band si perde in muri di suoni costruiti in studio, in arrangiamenti che perdono il tempo che trovano. Qui i riff sono innarrestabili, coinvolgenti, saltuariamente arricchiti da assoli di buona fattura.
L'aspetto in assoluto più esaltante lo fa la velocità d'esecuzione, unito alla tecnica quadrata e precisa. Nessuno dei componenti spicca in particolare, riuscendo quindi a creare un suono omogeneo, che non perde mai di vista la canzone, ma è necessario notare in particolare maniera la sezione ritmica, specie la batteria, che si esprime in potenza e in velocità folli.
Solo nel finale, nella traccia “Aftermath” ci troviamo davanti ad un riff di chitarra dal gusto tipicamente svedese, melodico, che fa persino piacere dopo una serie di tuoni nelle orecchie come questi. Praticamente uno dei dischi death metal più interessante che abbia sentito di recente, unito ad un aspetto assolutamente da non sottovalutare: una confezione in tipico jewel box, ma con una grafica curata e professionale. Caldamente consigliato.

Track by Track
  1. Prolegomenon 70
  2. Decrowning the Irenarch 80
  3. When the Pillars Fall 80
  4. Road to Austerlitz 90
  5. Interregnum 65
  6. Iulianus Augustus Apostata 85
  7. In the Face of the Absolute 85
  8. Thus Always to Tyrants 80
  9. Mors Triumphalis 90
  10. Brotherhood of Arms 90
  11. Aftermath 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
80

 

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