Spreadin' Fear «Mankind» (2012)

Spreadin' Fear «Mankind» | MetalWave.it Recensioni Autore:
HeavyGabry »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1780

 

Band:
Spreadin' Fear
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Titolo:
Mankind

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alfio Bonaccorsi - Batteria
Silvio Lo Grasso - Chitarra
Fabio Battaglia - Chitarra
Andrea Caponnetto - Basso
Federico "fano" Indelicato - Voce

 

Genere:

 

Durata:
60' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Sei anni sono la distanza che separa gli Spreadin' Fear dalla loro fondazione al primo full length “Mankind”. Un tempo tutto sommato nella norma, se consideriamo il problema di dover coniugare una stabilità in line up alla crescita artistica che va tenuta viva nonostante i problemi pratici. Tutto questo si riflette sugli Spreadin' Fear del 2012, che non sono più gli stessi del 2006, pur avendo tenuto come punto fermo della propria identità un'icona indimenticata come Dimebag Darrell. Ma a scanso di equivoci, meglio precisare che non abbiamo di fronte degli emuli siciliani della band texana; il groove è una componente fondamentale del loro sound (che nel complesso deve tanto al post-thrash, oserei dire che sono molto più vicini ai Grip Inc. che ai Pantera) e comunque non ne costituisce l'alfa e l'omega. Fortunatamente (per noi e per loro) le influenze sono più sfaccettate, non si tratta un gioco continuo alla ricerca del riff più accattivante, ed anzi in tutto “Mankind” la band sfoga la sua creatività senza porsi limiti di sorta. Oltre al thrash c'è sicuramente un approccio molto simile a quello dei Pain Of Salvation, che nel loro genere allo stesso modo dei Grip Inc. rappresentano un'entità a sé stante, che piacciano o meno.
Da questi numi tutelari non poteva che derivare una valanga di idee, brani lunghi ed articolati, non senza sorprese (la tastiera in “Burning City” ad esempio); il rovescio della medaglia però è altrettanto facile da immaginare: il rischio di ridondanza è sempre presente, così come l'assimilazione di certi brani (specie di quelli che sfiorano minutaggi notevoli) è da rimandare al quarto o quinto ascolto per dare un'immagine di insieme. In questo senso la scelta di porre una delle macchie di Rorschach sulla cover non è lontana dalla musica: bisogna scrutare a fondo e con tutta l'immaginazione a propria disposizione per capire dove vanno gli Spreadin' Fear.
Per ora l'importante è che sia chiaro che questi ragazzi stanno andando avanti discretamente, in un futuro prossimo potrebbero anche ribadirlo con forza.

Track by Track
  1. Prologue S.V.
  2. John Doe 70
  3. Insomnia 70
  4. Artificial Paradises 75
  5. Burning City 75
  6. The Cage 70
  7. Lost In The Machine 70
  8. Solitude 65
  9. Asylum 70
  10. Luring 70
  11. Epilogue S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
72

 

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