Lunatic Asylum «Lunatic Asylum» (2008)

Lunatic Asylum «Lunatic Asylum» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Ryosaku »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1148

 

Band:
Lunatic Asylum
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Titolo:
Lunatic Asylum

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Mario Scalia :: voce
Cristian Brugnara :: chitarre
Gianluca Tissino :: basso
Cristian Marino :: batteria
Andrea Rendina :: chitarre / tastiere

 

Genere:

 

Durata:
27' 45"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il gruppo lombardo, i Lunatic Asylum, hanno ormai alle spalle una storia quasi decennale, sorti nel maggio 1999 da ciò che rimase in piedi dei Khrysos Anthemon, una symphonic black metal band, precedentemente attiva per due anni.
Dei componenti di quel defunto esperimento, solo Nicola Cozzi, tastierista e Stefano Cerri, batterista, vanno ad abbracciare il progetto degli Sleep Of Tethis, mentre gli altri ex componenti come Andrea Rendina e Cristian Brugnana alle chitarre, vanno a dare forma alla loro idea, tracciata su un progressive metal di buona fattura.
Dopo vari cambi di line up nel corso del tempo e le prime composizioni, arrivano ad unirsi alla band Gianluca Tissino al basso, Christian Marino alla batteria e Mario Scalia alla voce.
Da qui prosegue la storia dei Lunatic Asylum ormai conosciuti specie al Nord Italia e che calcano la scena da quasi un decennio.
Il quintetto presenta dunque il suo secondo lavoro, dopo aver esordito con From Beyond...
La produzione è ottima considerando, oltretutto che è autoprodotta e non lascia trasparire particolari sbavature risultando di facile assimilazione, nonostante la complessa architettura costruita tra armonia e ritmi che hanno l’effetto di non far scadere il prodotto, mantenendo degna l’attenzione dell’ascoltatore.
Il songwriting è un altro punto di forza ben strutturato e compreso tra le melodie della band, senza dubbio piacevole alla lettura e all’ascolto.
L’ispirazione a questo lavoro è data da una fine e sadica arte di figure, rilasciata da immagini che nella vita reale dovrebbero suscitare quantomeno inquietudine. Nel caso, quella di un ospedale psichiatrico che Rendina sceglie come fonte ispiratrice della sua arte compositiva. La riflessione emerge direttamente e si scaglia in abbozzi, e composizioni per andare ad infrangersi poi nelle canzoni che ritraggono con lucidità tematiche spesso appartenenti ad una realtà distorta, quella di folli e dei luoghi che sperimentano solo le menti criminali.
Verrebbe da definirsi quasi un elogio alla follia, un tributo alla sovrapposizione della parte istintuale su quella razionale.
Ma questi sono solo i primi esperimenti perchè da un album come From Beyond si arriva poi alla successiva maturazione esplicata in questo lavoro.
Si presenta un gruppo che fa dell’unione la propria forza, senza elementi di spicco rispetto ad altri e tutti con una buona intesa, capacità tecnica ed esperienza alle spalle.
Sotto il segno del precedente From Beyond... e dei vari piccoli lavori e esperienze maturate fino a questo punto arrivano a realizzare l’omonimo cd “Lunatic Asylum” composto da 5 tracce.
L’opener è affidata a “Breathless” ed è subito un ingresso d’impatto che strabilia per potenza ma anche per la buona costruzione ritmica, tutto tendente a creare un buon mix, favorito dall’introduzione della voce che ben si conforma col sound e con gli ottimi cambi di tempo.
La seconda traccia è l’omonima che prende il nome dall’album, e dal gruppo stesso; “Lunatic Asylum”, realizzato lungo trame melodiche complesse si mostra più inquieto rispetto al precedente e meno prog rispetto al successivo, sicuramente di più leggero impatto, scanzonato saltando dal rockeggiante all’heavy; il terzo è “My Walls”, una traccia che forse più di altre si inquadra nei canoni progressive riproducendone i caratteri, spazio dunque ad arpeggi e atmosfere sognanti, dalle ritmiche insolite e aggressive, all’uso particolareggiato delle tastiere, fino alle contaminazioni classiche. Una canzone che forse più di altre coglie la vera identità della band. Un brano di lunga durata, ma che riesce a non arrotolarsi su se stesso, non stancando, è questo depone a suo favore.
La quarta traccia è “Red Dragon”, titolo che può ricondurci a quanto espresso inizialmente sull’arte compositiva della band.
In questo pezzo risalta l’estensione vocale di Mario Scalia ed una struttura ritmica abbastanza convincente nonché gli intrecci di chitarra e melodia che sapientemente si incastrano col resto della composizione. L’agglomerato di questi elementi produce un ottimo risultato degna di lode.
L’ultima traccia conclusiva che cala il sipario sull’opera è “Clouds”, un pezzo strutturato per rilassare ma forse pure per trasmettere senso di inquietudine, realizzato soprattutto tra parti acustiche e strumentali che completano degnamente con una atmosfera di riflessione e si annega nel ricordo d'un sogno, un opera pressoché perfetta per il genere.
I Lunatic Asylum dall’alto della loro quasi decennale esperienza non potevano esprimere altro che quel che han sempre ricercato e fatto per il meglio. E anche stavolta lo hanno dimostrato. Indubbiamente un opera imperdibile, che stuzzicherà l’interesse dei più, in particolare di chi ama queste sonorità e apprezza l’abbraccio degli elementi tra rock progressivo ed heavy metal.

Track by Track
  1. Breathless 80
  2. Lunatic Asylum 75
  3. My Walls 75
  4. Red Dragon 80
  5. Clouds 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
77

 

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