Many Things Untold «Atlantic» (2008)

Many Things Untold «Atlantic» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Madhatter »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
917

 

Band:
Many Things Untold
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Titolo:
Atlantic

 

Nazione:
Inghilterra

 

Formazione:
Gary Heitman - Vocals/Guitar
Ash Robinson - Bass
Toby Underhill - Vocals
Tim Wright - Drums
Adam Wilkinson - Guitar

 

Genere:

 

Durata:
38' 52"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Devo essere sincero: c’è pochissimo da dire su questi Many Things Untold. La loro storia accomuna moltissime altre band : sulla scia della moda attuale, propongono anche loro un metalcore con sprazzi melodici e voci in pulito tendenti all’emo, roba che di questi tempi possiamo sentirla a momenti anche al supermercato mentre facciamo la spesa. Idee trite e ritrite, stilemi copiati dai vari Caliban, Hatebreed, Lamb of God e compagnia bella per le parti aggressive, Killswitch Engage e 30 Seconds to Mars per le parti più melodiche, mentre “si ispirano pienamente” (per non dire “clonano”) da Atreyu e i Poison the Well per il songwriting e la sintesi di parti aggressive con parti tendenti all’emo. Proprio il songwriting non è piatto, ma la formula base che viene rispettata in tutte le canzoni è : bridge, special, interludi, strofe e quant’altro sono cantati in scream o growl, mentre i ritornelli sono in pulito con melodie malinconico-accattivanti. Con questo non dico che la loro musica non è efficace, dico solo che questo disco ci ripresenta le stese cose che abbiamo sentito migliaia di volte. La produzione dal canto suo ha il merito/demerito di essere impeccabile, e se questo da una parte vuol dire “suono curatissimo” e “songwriting complesso”, dall’altra vuol dire “standardizzazione del tutto”. Apice dell’emotività è a mio avviso le canzoni “Slovakia” (bello il refrain melodico) e “Where We Both Belong”, singolo da cui è stato realizzato anche un video, il resto delle canzoni si attestano sullo standard che va adesso, senza inventarsi alcunché. Nota a loro favore: sono tutti giovanissimi : la loro età è compresa tra i 17 e i 18 anni, e se a questa giovane età riescono a suonare musica tutto sommato non semplice, faccio i miei complimenti, ma sarebbe bello ascoltare cosa i cinque riescono a tirare fuori dal loro proprio sacco.

Track by Track
  1. In Oceans 65
  2. A World Apart 70
  3. Mark My Words 60
  4. Where We Both Belong 75
  5. Safety is Monotony 60
  6. That's the Beauty of it I Guess 60
  7. Theory of the Fallen 55
  8. Difference in Up and Down 60
  9. This May Be the End 45
  10. Slovakia 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 68
  • Originalità: 45
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
64

 

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