Soundshok «The Bringers of Bloodshed» (2008)

Soundshok «The Bringers Of Bloodshed» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Madhatter »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
915

 

Band:
Soundshok
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Titolo:
The Bringers of Bloodshed

 

Nazione:
Scozia

 

Formazione:
Andy Thain - Vocals
Scott "Hitch" Holmes - Guitar
Marc Thain - Bass/Lyrics
Stuart Lamont - Drums

 

Genere:

 

Durata:
34' 22"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il metalcore da quando è uscito ha influenzato una miriade di band, le quali poi hanno mischiato -quali più quali meno- tale genere con altri generi del passato. I più inflazionati sono senza ombra di dubbio il death e il thrash. Proprio a quest’ultimo si rifà questo gruppo scozzese, moniker “Soundshok”. Il genere con cui si presentano è un metalcore molto grezzo, con un suono pesantemente influenzato da Slayer, Chimaira, Hatebreed. Purtroppo, nella musica succede che quando le influenze sono tutte relative allo stesso genere, allora tiri fuori musica di quel genere. E niente di più. I Soundshok sono aggressivi, hanno un suono potente, ma di idee nuove non ne tirano fuori neanche mezza. Ogni canzone comincia e finisce con la medesima dinamica, in mezzo non c’è una che sia *una* variazione, e questo fa sì che tutte le canzoni perdano quel carisma e quella personalità che dovrebbero avere. Questo che dico ovviamente per i defender significa “coerenza” ed è una cosa buona, ma per me che recensisco vuol dire “noia”, sebbene c’è da riconoscere che almeno all’inizio, al primo ascolto, si rimanga piacevolmente colpiti dall’aggressività e dalla cattiveria che questi Soundshok riescono ad esprimere, vuoi per la voce cupa del cantante, vuoi per la produzione molto buona, vuoi per l’assenza di introduzioni. Le canzoni in sé, come dicevo, non brillano per originalità, sebbene credo che dal vivo penso siano quasi tutte in grado di scatenare moshpit da manuale, l’apice a mio avviso è raggiunto nelle tracce “Rebirth” e “Respect is To Kill”(che termina con una rullata infinita di doppio pedale). Per concludere : in questo lavoro di elementi originali non ce n’è neanche uno, se siete cultori del genere, defender o affezionati per un motivo o per un altro alla musica di Hatebreed, Chimaira, Zao e simili, allora seguite questo gruppo, perché gli strumentisti sono competenti e la musica che tirano fuori è ben fatta, se invece siete stufi di sentire sempre le solite cose trite e ritrite, magari ascoltate comunque, ma i gruppi che cercate sono altrove.

Track by Track
  1. The Bringers of Bloodshed 55
  2. Salvation of the Wolves 60
  3. Genocide? 50
  4. Rebirth 70
  5. Respect is to Kill 70
  6. Isolation is Power 55
  7. Self Destroyer 55
  8. Choke Back the Blood 60
  9. As it Burns 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 35
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
61

 

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