Indestructible Noise Command «Heaven Sent...Hellbound» (2011)

Indestructible Noise Command «Heaven Sent...hellbound» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
853

 

Band:
Indestructible Noise Command
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Titolo:
Heaven Sent...Hellbound

 

Nazione:
U.s.a.

 

Formazione:
Dennis Gergely - vocals
Erik Barath - guitar
Anthony Fabrizi - guitar
Samual J. Roon - bass
Dennis Leeflang - drums

 

Genere:

 

Durata:
59' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Nello stesso anno in cui gli Indestructible Noise Command si formarono, Maverick/Tom Cruise volava in "Top Gun" e Tom Selleck faceva il figo in "Magnum P.I."; parliamo del 1986 e da allora è passato un bel po' di tempo e si sono create moltissime scene musicali, anche contrastanti l'una dall'altra. Gli Indestructible Noise Command pubblicarono solo due full-lenght, “Razorback” nel 1987 e “The Visitor” nel 1988, per poi sciogliersi e restare separati per ben ventidue anni, fino a quando hanno rifatto capolino timidamente lo scorso anno con l'Ep “Bleed The Line” e sembra proprio che la macchina che è alla base degli INC sia ripartita, e non certo in prima.
Ora è la volta del terzo album della loro discografia, “Heaven Sent...Hellbound”. Ora, bisogna rendersi conto di un fatto, prima di tutto: riformare una band dopo più di vent'anni non è che sia cosa facile, anzi tutt'altro! La musica è cambiata, le esigenze ed i gusti idem, le scene sono evolute ed ormai si parla solo di sottogeneri, per quanto riguarda l'heavy metal. Dire “thrash metal” ormai identifica fino ad un certo punto, essendo tutte le band influenzate da miriadi di altra musica, spesso distantissima; per cui è chiaro che gli Indestructible Noise Command vadano lodati principalmente per aver tentato di recuperare il tempo perduto. Se con “Razorback” e “The Visitor” potevamo considerarli, non senza un pizzico di gioco, i Sodom/Megadeth/Metallica dei poveri, ora di certo possiamo reputarli un po' come i “Pantera de' noialtri” e con questo credo che abbiate compreso già di quale genere musicale stia parlando e di come sia stato suonato.
“Heaven Sent...Hellbound” non è un brutto disco, il fatto è che è arrivato troppo tardi e non si godrà che gli avanzi rimasti di una scena musicale che ormai è cresciuta e che non sempre è ben avvezza a guardarsi indietro. Buono il groove e buono tutto il resto, ma le canzoni appaiono sempre troppo lunghe e dopo un po' non si regge più nemmeno il confronto con le loro “influenze”. Sembra che le idee siano state utilizzate per i primi 3 minuti di canzone e poi copiate, ricucite, smontate e rimontate troppe volte. C'è molto southern metal nelle chitarre del disco, specie nella gradevole (ma troppo lunga!) “It's Coming”, quasi doomy e con aperture di ritmi raddoppiati che ricalcano quelle dei Pantera. Non è un disco che si farà apprezzare per l'originalità, ma per una buona dose di onestà, anche se “le vecchie macchine riparate non corrono più come prima”.

Track by Track
  1. Jackboot Thugbots 60
  2. Fist Of Fascista 70
  3. God Loves Violence 60
  4. Bleed The Line 60
  5. Swallowed 65
  6. The Good Bones Stay Down 70
  7. Full Metal Jacket 65
  8. Rain 60
  9. Audio Erotic Asphyxiation 70
  10. It's Coming 65
  11. If I Were President 65
  12. Fueled By Regret 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
64

 

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