Vangough «Kingdom Of Ruin» (2011)

Vangough «Kingdom Of Ruin» | MetalWave.it Recensioni Autore:
digprog »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1069

 

Band:
Vangough
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Titolo:
Kingdom Of Ruin

 

Nazione:
U.s.a.

 

Formazione:
Clay Withrow :: Vocals, Guitars, Bass, Keyboards
Brandon Lopez :: Drums
Corey Mast :: Keyboards
Jeren Martin :: Bass

 

Genere:

 

Durata:
1h 17' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Kingdom Of Ruin” degli statunitensi Vangough è un concept album di grandissima caratura, incentrato sulla mente dell’uomo e sul potere dell’immaginazione. Lo scenario ricreato è incantevole, un prog metal che in ogni pezzo condensa in se tutti gli stati d’animo delle varie vicissitudini del protagonista che affronta un cammino difficoltoso, scoprendosi dapprima fragile e impotente ma che grazie alla presenza della moglie Alice e un viaggio fantastico interiore in un medio-evo incantato riesce a farsi forza e riscoprire i lati positivi della vita.
Il gruppo nato nel 2007 dalla volontà del cantante e polistrumentista Clay Withrow è riuscito a sfornare in questo lasso tempo un sound particolare, un prog metal cinematografico intriso di sonorità vintage ed elettroniche che riesce a sorprendere per bellezza ed originalità. Withrow è veramente incredibile come vocalist, riuscendo a destreggiarsi con grande disinvoltura anche alla chitarra,al pianoforte/sintetizzatori e al basso. Nota di merito anche ai tre restanti membri del gruppo, il batterista Brandon Lopez, il tastierista Corey Mast e il bassista Jeren Martin ben amalgamati tra di loro in una magica alchimia di suoni. I settantasette minuti suddivisi nelle quindici tracce che formano l’intero concept album sono da lasciare a bocca aperta chiunque, anche il progger più esigente in materia. La storia inizia con “Disloyal” un pezzo triste, a tratti doloroso che sta a rappresentare l’anticamera del difficile cammino del personaggio tra riff ruvidi e sintetizzatori degni da thriller cinematografico. “Choke Faint Drown” e “Abandon me” marcano tutto il senso di disagio del personaggio, evidenziato da sonorità cupe e dal growl “disperato” di Withrow, il quale esprime tutta la fragilità e il metaforico avvicinamento all’orlo di un profondo dirupo. ”The transformation” segna in tutti i sensi la metamorfosi del personaggio e l’evolversi della storia, catapultandolo in un modo fantastico fatto di Re e magia, dove il suono inizia piano piano ad aprirsi a orizzonti con risvolti più ottimistici come in “Sounds of Wonder”.”A Father’s Love” è struggente nel ricordo del padre Re ormai sul letto di morte. ”An Empire Shattered” presenta in perfetto stile Queen dei tempi di “Queen II” ma riportato ai giorni nostri la rinascita interiore del personaggio, il quale colpito dalla morte del padre trova nuove motivazioni per tornare a sorridere. Il finale è al fulmicotone, dove con la intima “Alice” e la suite da tredici minuti di “The Garden Time Forgot” calano il sipario su questa bellissima fiaba moderna. Cosa dire, un disco che sfiora la perfezione per fattezza ed originalità, una storia musicale da ascoltare che trasporta in se un grande significato sulla vita e le difficoltà che ognuno di noi incontra ma che solo la forza della mente può superare.

Track by Track
  1. Disloyal 80
  2. Choke Faint Drown 80
  3. Abandon Me 75
  4. Drained 80
  5. Kingdom Of Ruin 85
  6. Frailty 80
  7. The Transformation 80
  8. The Rabbit Kingdom 75
  9. Stay 90
  10. Sounds Of Wonder 80
  11. A Father's Love 85
  12. Requiem For A Fallen King 85
  13. An Empire Shattered 90
  14. Alice 85
  15. The Garden Time Forgot 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 95
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
84

 

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