iVardensphere «Apok» (2011)

Ivardensphere «Apok» | MetalWave.it Recensioni Autore:
MORO MOU »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
826

 

Band:
iVardensphere
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Titolo:
Apok

 

Nazione:
Canada

 

Formazione:
Scott Fox :: Programming/tastiere/hand Drumming
Chris Lacroix :: Tastiere
Yann Faussurier :: Tastiere
Frédéric Scarfone :: Tastiere

 

Genere:

 

Durata:
1h 19' 19"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Canadesi, attivi solo dal 2009 ma già con una discreta esperienza alle spalle (nel 2010 in tour con i Combichrist nel “Making Monsters Tour”) ed ora pubblicati dalla Metropolis Records: su Metalwave i iVardensphere.
Sull’opera “APOK” grava il peso di un concept che, stando ai testi, sembra impegnativo. Il profilarsi di uno scenario apocalittico, infatti, rende l’atmosfera pericolosa, fragile, con oscure domande e tristi presagi.
Musicalmente parlando il punto di partenza per “APOK” è uno stile techno, ma ciò che rende in qualche modo ‘riconoscibile’ il sound dei nostri californiani, è l’uso quasi costante del tribal drumming. Atmosfere rallentate, tamburi che evocano paesi lontani e samples vocali etnici, si mescolano a sonorità elettroniche più o meno acide, dando quel tocco di esotico che moltiplica le soluzioni musicali possibili. Il risultato finale di queste 15 tracce è un sound vario, che va dalla trance, al tribal, alla techno più o meno melodica: un esito a cui contribuiscono in parte anche i diversi featuring e remix, ben 9 in totale. Elementi orientaleggianti e melodiche voci femminili si alternano alla passione per il synth, edulcorando l’acidità della componente industrial e EBM che emerge qua e là, coinvolgendo in ritmiche ipnotiche più che paranoico-distruttive. Non solo, gli iVadensphere non si fanno mancare nemmeno il più classico trip-hop.
Così il lungo “APOK” giunge al termine, dopo aver toccato gli esiti più vari dell’unica grande matrice elettronica.
Per quanto mi sia difficile ammettere l’omogeneità e l’originalità di un lavoro del genere, resta implicita tuttavia un’ottima produzione e un’ampiezza di vedute che, pur senza slanci fantasiosi, intrattiene positivamente con sobrietà e senza eccessi.

Track by Track
  1. Sutekh 65
  2. Here Lies Lily Brant 75
  3. Nazca (feat. Servitor Sanctum) 75
  4. Myopic (feat. Caustic) 70
  5. Cracked Earth (feat. I:Scintilla) 70
  6. Achreon (feat. God Module) 70
  7. Of Ancient Reprise (feat. This Morn' Omina) 75
  8. Chasing The Dragon 70
  9. Devils 70
  10. Ghostnote 70
  11. People of the Sun 65
  12. Cracked Earth (SKOLD Remix) 65
  13. Bloodwater (ESA Remix) 65
  14. Chasing The Dragon (Reconstructed by releveleR) 65
  15. Here Lies Lily Brant (iVs vs. Pull Out Kings) 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
70

 

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