Weakness in Their Structure «Weakness In Their Structure» (2011)

Weakness In Their Structure «Weakness In Their Structure» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Zoro »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
908

 

Band:
Weakness in Their Structure
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Titolo:
Weakness In Their Structure

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro Poli - Voce
Emiliano Rossi - Chitarra
Paco Santoro - Basso
Gianluca Ursi - Batteria

 

Genere:

 

Durata:
28' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Weakness in their Structure si presentano come un gruppo rock influenzato dal progressive e dal post hardcore (e in effetti con un monicker e con una copertina del genere difficilmente mi sarei aspettato qualcos’altro). Definizione in fin dei conti non troppo lontana dalla realtà (forse nella parte riguardo al post hardcore avrei qualcosa da ridire), il gruppo suona un prog rock dall’ossatura classica ma dalla muscolatura moderna, ovvero strutture cangianti e in evoluzione interpretate attraverso distorsioni estreme vicine al rock psichedelico degli anni 90 (e allo stoner dei Kyuss per molti versi), e batteria bella pestata, anche se assestata sui mid tempo. Il cantato ricorda il rock alternativo degli anni duemila, più Alter Bridge che Genesis insomma.
Apre le danze Makin’ Day, un pezzo carico di groove ed elettricità, con un incipit notevolissimo e coinvolgente, anche se la canzone si perde un po’ in un ritornello non proprio ispiratissimo.
Si continua un pezzo più ambizioso, che tenta la lunga durata di otto minuti, sfida a mio avviso ottimamente vinta, nonostante un incipit un po’ più moscio rispetto al piacevolissimo muro elettrico eretto in coda alla canzone.
La terza canzone alterna un efficace lavoro di basso, e un ritornello finalmente originale ed efficace, che vanno a comporre quella che a mio avviso è la song più riuscita dell’EP.
Arrivati alla fine, ci accoglie un momento di calma, un minuto di riposo prima dell’ennesima spirale di elettricità. Sicuramente il brano più sostenuto del lavoro, che conclude degnamente il tutto.
In conclusione, questo lunghissimo (ventotto minuti!) Ep ci piace, e piacerà a chiunque abbia voglia di vibrazioni a la Kyuss reinterpretate in un ottica più tecnica e progressiva.

Track by Track
  1. Makin' Day 65
  2. Nail Creeps 65
  3. Bad Drawn Man 75
  4. Empty Shell 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
70

 

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